(Roma, 04 agosto 2021). Il 4 agosto del 2020 una devastante esplosione ha raso al suolo interi quartieri di Beirut uccidendo più di 200 persone e lasciandone 300mila senza casa. Non tutti hanno potuto riparare ai danni: alcuni sono stati costretti a vivere in edifici vuoti e fatiscenti.
Il governo libanese ha fatto molto affidamento sulle ONG, sulla società civile e sui privati, ma finora solo il 50% dei 77mila edifici danneggiati è stato riparato.
Si stima che migliaia di persone siano ancora senzatetto in città.
In occasione dell’anniversario, il presidente transalpino Macron apre una videoconferenza internazionale per gli aiuti al Libano, condannando le « disfunzioni » dei leader del Paese e promettendo 100 milioni di euro a sostegno della popolazione.
L’evento virtuale, ospitato congiuntamente dalla Francia e dalle Nazioni Unite, ha lo scopo di mostrare sostegno tangibile al popolo libanese, sotto forma di aiuti per centinaia di milioni di dollari.
« Il Libano merita di meglio che vivere di solidarietà internazionale e dipende da voi – dice Macron – formare un governo, trovare i compromessi necessari, attuare la tabella di marcia decisa quasi un anno fa.
Ecco perché, lo ripeto ancora, questa è la priorità, la formazione di un governo incaricato di gestire le misure più urgenti al servizio della popolazione, che consentirà alla comunità internazionale di sostenere ancora di più il Libano ».
« Mi sono già impegnato davanti ai libanesi a servire la giustizia – afferma invece Michel Aoun, presidente libanese – e a ritenere responsabili tutti coloro il cui coinvolgimento è dimostrato dalle indagini.
Oggi ribadisco la mia promessa che nessuno è al di sopra della legge, non importa quanto in alto possano stare, occorre lasciare che la giustizia vada fino in fondo, le indagini e i processi dicono che i fatti sono rivelati e che la giustizia è servita ».
Il nuovo primo ministro designato Najib Mikati, nominato a fine luglio dopo il fallimento di Hariri, ha avvertito che la “situazione è ancora molto difficile”.
Una crisi economica e politica esasperata dalla corruzione: Lynn Maalouf, vicedirettrice per il Medio Oriente e il Nord Africa di Amnesty International, ha criticato il governo libanese, affermando che alcuni funzionari hanno « sfacciatamente bloccato e bloccano la giustizia continuamente ».
L’anno scorso, i leader mondiali hanno promesso 250 milioni di euro per aiutare Beirut in una videoconferenza ospitata proprio dal presidente francese Emmanuel Macron all’indomani dell’esplosione.