Il ministero della Difesa armeno: uno dei droni azerbaigiani abbattuti è di produzione israeliana

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(Roma, 30 luglio 2021). Ervan: « Un Aerostar delle Forze armate azerbaigiane è stato abbattuto e il suo relitto si è schiantato a 3,5 chilometri a nord del villaggio di Vanevan nella provincia di Gegharkunik »

Il ministero della Difesa armeno riferisce che uno dei droni delle Forze armate azerbaigiane che sono stati intercettati e abbattuti ieri sera era un Aerostar di produzione israeliana. “Un Aerostar delle Forze armate azerbaigiane è stato abbattuto e il suo relitto si è schiantato a 3,5 chilometri a nord del villaggio di Vanevan nella provincia di Gegharkunik”, riferisce il dicastero della Difesa. “Tutti i tentativi sono stati vanificati dalle azioni delle unità di difesa aerea delle Forze armate armene”, ha riferito il ministero della Difesa che ha pubblicato le foto dei droni abbattuti. Il drone Aerostar è prodotto da Israeli Aeronautics Defense Systems. In precedenza il dicastero di Erevan ha annunciato di aver impedito a due droni azerbaigiani di violare lo spazio aereo del Paese. Secondo il dicastero, la situazione lungo il confine armeno-azerbaigiano attualmente è relativamente stabile ed è sotto il completo controllo delle Forze armate armene. Le informazioni sul tentato sconfinamento messo in atto dai due velivoli senza piloti sono state respinte e smentite dal ministero della Difesa dell’Azerbaigian. Secondo quanto riferito, infatti, non ci sarebbe nulla di vero sull’abbattimento di due droni azerbaigiani avvenuto ieri sera al confine fra i due Paesi caucasici. “Questa è l’ennesimo tentativo di disinformazione” messo in atto dall’Armenia, riferisce il dicastero di Baku.

Il confine nei pressi del Lago Sevan (situato nel territorio armeno) dal 12 maggio scorso è diventata l’aera di maggiore tensione fra Armenia e Azerbaigian dopo il conflitto armato dello scorso autunno. A far degenerare la situazione l’invio di militari azerbaigiani che hanno avviato delle operazioni volte a “demarcare i confini” nei pressi della provincia armena di Syunik. Questo gesto è stato condannato dalle autorità di Erevan come una violazione territoriale dei confini armeni, facendo nuovamente degenerare la situazione: dal lato azerbaigiano, infatti, si è rimarcato il fatto che non vi sarebbe stata alcuna violazione ma semplici attività di demarcazione territoriale. Le autorità armene sono arrivate a invocare l’intervento dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (Csto), l’alleanza militare guidata dalla Russia che, tuttavia, si è limitata a convocare delle consultazioni sulla questione. Dal 12 maggio, quindi, la situazione nell’area resta in stato di allerta permanente, tanto che ambo le parti hanno annunciato nei giorni successivi la cattura di militari accusati di aver sconfinato.

Redazione. (Nova News)