Muhammad al Kani, comandante della milizia libica Kaniyat legata dal 2018 all’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Haftar, sarebbe stato ucciso questa mattina all’alba durante un agguato nella sua abitazione nell’area di Bouatni, nella periferia di Bengasi. Lo riferiscono i media libici. Al momento non vi è alcuna conferma ufficiale. Secondo una prima ricostruzione, Al Kani sarebbe rimasto ucciso in uno scontro a fuoco con gli esponenti della milizia rivale Tariq bin Ziyad, anch’essa legata all’Lna. Insieme ai suoi sette fratelli, Muhammad al Kani ha formato la milizia Kaniyat, che fino al 2018 era integrata all’interno delle forze del Governo di accordo nazionale (Gna) ed è poi passata dalla parte dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Haftar, rendendosi responsabile di centinaia di esecuzioni e sparizioni forzate durante l’occupazione della cittadina di Tarhuna, a circa 65 chilometri a sud est di Tripoli, da parte delle forze dell’Lna. Dal 2020 sono state rinvenute in diversi terreni agricoli che circondano la cittadina di Tarhuna ben 25 fosse comuni che contenevano oltre 140 corpi. L’ultimo ritrovamento è avvenuto lo scorso 13 luglio, quando sono stati riesumati tre corpi all’interno di due nuove fosse comuni individuate nell’area agricola nota come “Chilometro 5” nella città di Tarhuna. L’ex Procuratrice generale presso la Corte penale internazionale (Cpi), Fatou Bensouda, aveva in precedenza affermato che la Cpi ha incontrato i sopravvissuti dei massacri delle fosse comuni, sottolineando inoltre che la squadra è in contatto con le autorità libiche. Lo scorso marzo l’Unione europea (Ue) ha imposto sanzioni contro Mohammed e Abdulrahim al Kani, leader delle milizie Al Kani, che controllavano la città di Tarhuna, per il loro coinvolgimento in esecuzioni extragiudiziali e sparizioni forzate. (Agenzia Nova)