Migliaia di esponenti delle Unità della mobilitazione popolare (Pmu), le milizie a maggioranza sciita protagoniste in questi mesi di un duro scontro il governo guidato da Mustafa al Kadhimi, hanno organizzato una enorme parata militare a Camp Ashraf,nella provincia di Diyala, a nord di Baghdad. Alla parata ha preso parte anche il premier Kadhimi, il comandante delle Forze armate irachene, in quello che secondo molti osservatori sarebbe un tentativo di sanare le tensioni di questi mesi. “Affermiamo che il nostro lavoro viene svolto sotto la bandiera dell’Iraq e la protezione della sua terra e della sua gente è nostro dovere”, ha affermato il premier Kadhimi. Carri armati, barche, lanciarazzi e munizioni di fabbricazione russa sono stati esposti nella parata organizzata in occasione del settimo anniversario della formazione delle Pmu istituite nel 2014 a seguito di una chiamata alle armi della popolazione irachena contro lo Stato islamico da parte dell’ayatollah sciita, Ali al Sistani.
Alla parata hanno preso parte anche unità delle Pmu non sciite, tra cui le brigate costituite dalla minoranza degli yazidi, ma anche le Pmu formate da musulmani sunniti e da cristiani. Durante la parata sono stati esposti grandi effigi di Abu Mahdi al Muhandis, uno dei massimi leader delle Pmu, ucciso in un attacco aereo guidato dagli Stati Uniti nel gennaio 2020 fuori dall’aeroporto di Baghdad, insieme al generale dei Guardiani della rivoluzione iraniana, Qassem Soleimani. Dalle immagini diffuse dall’emittente di Stato irachena non sarebbero state esposte durante la parata effigi del generale Soleimani. Alla parata non hanno preso parte le milizie affiliate al leader religioso sciita Moqtada al Sadr e quelle direttamente legate all’ayatollah Al Sistani, che avrebbero voluto lanciare un segnale di profonda insoddisfazione per la troppa influenza sulla politica irachena da parte delle milizie direttamente appoggiate dall’Iran.
Tra il 2014 e il 2017 le milizie a maggioranza sciita, sostenute principalmente dall’Iran, hanno contribuito a combattere lo Stato islamico spesso agendo anche al fianco delle Forze armate irachene. Tuttavia, recentemente è emersa una spaccatura tra le forze paramilitari e il governo, a seguito dell’arresto lo scorso mese del comandante delle Pmu, Qassim Muslih con l’accusa di terrorismo. Muslih è stato successivamente rilasciato nel timore di una insurrezione delle Pmu, una mossa che ha posto in grave difficoltà la leadership irachena che secondo diversi analisti avrebbe mostrato la sua incapacità di controllare le milizie sciite. Sempre oggi, un drone carico di bombe ha colpito un edificio in un villaggio disabitato a soli 3 chilometri dalla nuova sede del consolato degli Stati Uniti a Erbil nella Regione autonoma del Kurdistan iracheno, in quello che ha rappresentato l’ennesimo attacco nell’area da parte delle milizie sostenute dall’Iran che in questi mesi hanno compiuto attacchi in tutto l’Iraq, spesso prendendo di mira basi militari che ospitano i militari della Coalizione internazionale contro lo Stato islamico. (Nova News)