Iraq: Al Kadhimi, «le milizie sciite hanno violato la Costituzione»

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(Roma, 27 maggio 2021). La vasta mobilitazione avviata ieri dalle Unità di mobilitazione popolare (Pmu, coalizione di milizie a maggioranza sciita inquadrate nelle forze armate irachene) dopo l’arresto di un loro ufficiale, Qasem Musleh, nella capitale Baghdad rappresenta una “grave violazione” non solo delle leggi e del sistema, ma anche della Costituzione irachena. Lo ha detto il premier dell’Iraq, Mustafa al Kadhimi, presiedendo ieri sera una seduta del Consiglio ministeriale per la sicurezza nazionale dedicata agli ultimi sviluppi della situazione nel Paese. L’Iraq attraversa una fase delicata, ha sottolineato il premier, aggiungendo che “vi è chi cerca di creare crisi di sicurezza e politiche per la competizione elettorale o per ostacolare le elezioni”, alludendo alle elezioni anticipate programmate nel Paese per il prossimo 10 ottobre.

Le Pmu hanno intanto annunciato in serata di aver “preso in consegna” Musleh dalle forze di sicurezza, per completare in autonomia le procedure giudiziarie contro di lui. Secondo l’emittente curdo-irachena “Rudaw” la consegna dell’ufficiale sarebbe avvenuta alla presenza del capo delle Pmu, Falih al Fayyadh, e di Hadi al Amiri, leader della coalizione Al Fatah (alleanza politica che raccoglie esponenti di alcune milizie). Le milizie, che in seguito all’arresto si sono dispiegate minacciosamente nel centro della capitale Baghdad, intendono infatti giudicare Musleh “in base ai loro codici”. La notizia è stata tuttavia smentita da una fonte governativa citata dall’agenzia di stampa “Shafaq News”, secondo cui Musleh sarebbe invece ancora detenuto presso il Comando delle operazioni congiunte.

Resta poco chiara anche la motivazione dell’arresto, che i media iracheni e arabi nelle scorse ore hanno legato a diverse accuse: corruzione, terrorismo, ostacolo all’ingresso di forze statunitensi dalla Siria, attacchi contro la base di Ain al Asad (che ospita forze Usa) e convogli della coalizione internazionale a guida Usa e perfino coinvolgimento nella morte dell’attivista Ehab al Wazni, ucciso da ignoti a Karbala lo scorso 8 maggio. Secondo una nota delle forze di sicurezza irachene, il mandato di arresto è stato spiccato in base all’articolo 4 della legge antiterrorismo ed è stata formata una commissione congiunta per indagare sulle – non meglio precisate – “accuse criminali” contro Musleh.

In serata l’ex premier dell’Iraq, Haider al Abadi, ha messo in guardia dalla possibile esplosione del caos nel Paese, dopo i disordini causati dall’arresto di Musleh. “Nessuno è al di sopra della legge e della responsabilità. Facciamo riferimento allo Stato e alla sua logica, prima che il caos ci inghiotta”, ha scritto Al Abadi sul suo profilo Twitter. Costruire lo Stato è “una responsabilità solidale”, ha detto l’ex premier, aggiungendo che “trasgressioni (…) contro lo Stato sono vietate”.

Redazione. (Nova News)