Mali: i militari golpisti destituiscono il presidente ed il premier

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I militari golpisti che hanno dato vita al colpo di Stato in Mali hanno destituito dalle loro funzioni il presidente della Transizione, Bah N’Daw, e il premier ad interim Moctar Ouane, arrestati ieri e condotti nella base militare di Kati. Lo ha reso noto in un comunicato diffuso oggi il vicepresidente di transizione del Mali, Assami Goita, considerato la mente del precedente golpe che nell’agosto 2020 portò alla destituzione dell’allora presidente Ibrahim Boubacar Keita. “A seguito di una crisi durata diversi mesi a livello nazionale, tenendo conto degli scioperi e delle varie manifestazioni di attori sociali e politici, il governo guidato da Ouane si è mostrato incapace di costituire un interlocutore affidabile, idoneo a garantire la fiducia dei partner sociali”, si legge nel comunicato letto in diretta televisiva da Goita. “Il presidente della Transizione ha accettato le dimissioni del governo e ha rinnovato immediatamente la fiducia al presidente del Consiglio con il mandato di andare alla formazione di un nuovo governo. La conseguenza è stata una generale costernazione segnata dalla persistenza degli scioperi dell’Unione nazionale dei lavoratori del Mali (Untm, principale sindacato del Paese), il cui esito è in definitiva uno sciopero a tempo indeterminato. Questo stato di cose costituisce una vera e propria asfissia dell’economia maliana e quindi la garanzia di instabilità con conseguenze incommensurabili”, prosegue il comunicato.

Nel processo di costituzione di un nuovo governo, si legge nella dichiarazione, “il primo ministro Ouane ha stabilito una lista di governo d’intesa con il presidente della Transizione senza consultarsi con il vicepresidente responsabile delle prerogative conferitegli dalla Carta (di transizione)”, vale a dire la nomina dei ministri della Difesa e della Sicurezza. “Un tale approccio testimonia una chiara volontà del presidente della Transizione e del primo ministro di procedere verso una violazione della Carta della Transizione, contrariamente al giuramento prestato durante la sua inaugurazione il 25 settembre 2020. (…) In questa circostanza, il vicepresidente della Transizione (Assimi Goita) invita la popolazione a svolgere liberamente i propri affari e la rassicura sull’impegno incrollabile delle Forze armate di difesa e sicurezza a preservare i migliori interessi del popolo maliano, in accordo con la spirito e lettera della Carta di transizione. Inoltre, il vicepresidente desidera sottolineare che il processo di transizione sta seguendo il suo corso normale e che le elezioni previste si terranno (come previsto) nel corso del 2022″, conclude la nota.

Ieri sera il presidente della Transizione del Mali, Bah N’Daw, e il primo ministro ad interim Moctar Ouane sono stati arrestati dai militari golpisti e sono stati “condotti con la forza” nel loro quartier generale situato nella base militare di Kati, alle porte della capitale Bamako, la stessa da cui partì il colpo di Stato dell’agosto 2020 che portò al rovesciamento del presidente Ibrahim Boubacar Keita. È quanto riferito da fonti militari citate dai media locali. In precedenza il primo ministro Ouane aveva confermato di essere stato prelevato con la forza dai militari che gli hanno intimato di recarsi dal presidente N’Daw. “I militari sono in questo momento a casa mia. Mi stanno portando dal presidente della Transizione”, ha affermato lo stesso Ouane in una conversazione telefonica con “Rfi”. Secondo quanto riferiscono testimoni citati dalla stessa emittente francofona, sarebbero stati gli uomini dell’ex giunta militare guidati dal generale Assimi Goita a recarsi preso l’abitazione del premier Ouane. La notizia del golpe giunge infatti a poche ore dalla formazione del nuovo governo, seguita alle dimissioni – poi respinte – presentate nei giorni scorsi dal primo ministro Moctar Ouane. Stando a quanto riferito dal sito d’informazione locale “Mali Actu”, ad alimentare il tentativo di colpo di Stato ci sarebbero i malumori dei militari dell’ex giunta al potere i quali non avrebbero approvato il rimpasto che ha visto l’esclusione di due pesi massimi della giunta, vale a dire i colonnelli Sadio Camara e Modibo Koné, fino ad oggi rispettivamente ministro della Difesa e della Sicurezza, che sono stati sostituiti dai generali Doucouré e Mamadou Lamine. Il nuovo governo formato ieri, che conta un totale di 25 membri, include anche due esponenti dell’Unione per la repubblica e la democrazia (Urd), principale forza politica del Movimento 5 giugno (M5), il collettivo che aveva animato le proteste che poi portarono al rovesciamento del presidente Keita. (Nova News)