Il governo del Pakistan chiederà al Parlamento di decidere sull’espulsione dell’ambasciatore francese, finito nel mirino degli islamisti. L’esecutivo di Islamabad cede così alle richieste del Tehreek-i-Labbaik Pakistan (Tlp), una formazione che ha inscenato nei mesi scorsi violente proteste di piazza contro il presidente francese, Emmanuel Macron, reo di aver difeso le caricature di Maometto pubblicate da Charlie Hebdo in nome della libertà d’espressione. Il ministro dell’Interno, Sheikj Rashid Ahmed, ha affermato che la risoluzione verrà presentata all’Assemblea Nazionale giovedì e che il Tlp ha accettato di revocare nuove manifestazioni in tutto il Paese. La settimana scorsa l’arresto del leader del Tlp, che aveva convocato una marcia a Islamabad, aveva innescato scontri nei quali almeno sei poliziotti e un numero imprecisato di dimostranti erano rimasti uccisi. Altri undici agenti erano stati presi in ostaggio per ore in una moschea. Sebbene il governo abbia etichettato il Tlp come organizzazione terrorista e migliaia di suoi simpatizzanti siano stati arrestati nelle scorse settimane, nessuno di loro sarà denunciato e i procedimenti penali già avviati saranno ritirati, ha spiegato il ministro. L’ambasciata francese ha raccomandato a tutti i cittadini di lasciare il Paese e il ministero degli Esteri di Parigi ha rimpatriato tutto lo staff non essenziale. Il primo ministro pakistano, Imran Khan, in un appello televisivo ha chiesto ai sostenitori del Tlp di interrompere le proteste. « Per la Francia non fa alcuna differenza », ha affermato Khan, « se continuate a protestare per il resto della vostra vita, non farete che danneggiare il vostro stesso Paese senza ottenere nulla ». (RaiNews)