L’inviato speciale delle Nazioni Unite in Yemen, Martin Griffiths, e l’inviato degli Stati Uniti, Timothy Lenderking, il 28 marzo, hanno tenuto colloqui a Riad con il presidente yemenita legittimo, Abed Rabbo Mansour Hadi. Nel frattempo, le tensioni in Yemen continuano su più fronti.
L’incontro dei due inviati giunge a seguito dei colloqui con i ribelli sciiti Houthi, ospitati dal Sultanato dell’Oman. In entrambe le occasioni, il focus delle discussioni è stato rappresentato dall’iniziativa di pace proposta dall’Arabia Saudita il 22 marzo, la quale prevede un cessate il fuoco a livello nazionale, da attuarsi sotto la supervisione delle Nazioni Unite, e la ripresa dei negoziati politici tra le due parti belligeranti, l’esercito filogovernativo legato a Hadi e le milizie ribelli. Sebbene il gruppo sciita avesse inizialmente espresso riserve a riguardo, fonti di al-Jazeera hanno rivelato che gli Houthi si sono successivamente detti disposti a discutere dell’iniziativa e ad impegnarsi in un accordo di tregua, ma hanno posto delle precondizioni, ovvero l’apertura dell’aeroporto di Sana’a e la fine dell’embargo nel porto occidentale di Hodeidah. Stando a quanto rivelato dalle medesime fonti, i colloqui di Griffiths e Lenderking con gli Houthi sono stati caratterizzati da flessibilità, ma, al contempo, è stato evidenziato come sia difficile attuare tutti i punti dell’accordo contemporaneamente. (Sicurezza Internazionale)