(Roma il 26 gennaio 2021). Joe Biden alza il telefono e chiama per la prima volta il leader del Cremlino Vladimir Putin parlandogli con franchezza, senza le compiacenze di Donald Trump. Il presidente americano ha rinnovato la sua offerta di rinnovare per cinque anni il trattato Start sugli arsenali nucleari , che scadrà all’inizio di febbraio ha contestato all’omologo russo le interferenze russe sulle elezioni Usa, i cyber attacchi di Mosca e le presunte taglie per l’uccisione di soldati americani in Afghanistan. Ed ha espresso tutta la sua « preoccupazione » per l’avvelenamento del leader dell’opposizione Aleksej Navalnyj e la repressione delle proteste. Infine ha confermato la linea dura sull’Ucraina: gli Usa stanno con Kiev contro « l’aggressione russa ».
Biden ha cercato di stabilire una netta rottura con la ‘vicinanza’ spesso mostrata nei confronti di Putin dal suo predecessore, ma ha anche cercato di mantenere spazio per la diplomazia, dicendo al leader russo che le due nazioni dovrebbero prevedere un’estensione di cinque anni di un trattato sul controllo degli armamenti prima che scada all’inizio del mese prossimo. A differenza dei suoi immediati predecessori, Biden non spera in un ‘ripristino’ nei rapporti con la Russia ma ha invece indicato di voler gestire le divergenze con l’ex nemico della Guerra Fredda senza necessariamente risolverle o migliorare i legami. E, con un’agenda interna pesante e decisioni incombenti su Iran e Cina, uno scontro diretto con la Russia non è qualcosa che cerca.
Prima della chiamata con Putin, Biden ha parlato con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, promettendo l’impegno degli Stati Uniti per l’alleanza fondata come baluardo contro l’aggressione russa e esprimendo la sua « intenzione di consultarsi e lavorare con gli alleati su tutte le questioni condivise di sicurezza, compresi Afghanistan, Iraq e Russia », secondo le parole usate nel comunicato della Casa Bianca.
A Mosca la chiamata è arrivata mentre Putin considera le conseguenze delle proteste pro-Navalnyj che si sono svolte in più di 100 città russe durante il fine settimana. La squadra di Biden ha già reagito con forza alla repressione delle proteste, in cui sono state arrestate più di 3.700 persone in tutta la Russia, di cui più di 1.400 a Mosca. Altre proteste sono previste per il prossimo fine settimana.
Biden ha rotto bruscamente con la politica di Trump dichiarando di sapere che la Russia ha tentato di interferire con le elezioni del 2016 e del 2020. Ma ha anche sottolineato la necessità di estendere il Nuovo Start, l’ultimo trattato sul controllo degli armamenti tra Stati Uniti e Russia, che scadrà all’inizio di febbraio. I funzionari statunitensi hanno espresso fiducia nel raggiungimento di un accordo, che fornirebbe trasparenza nell’arsenale nucleare di ogni nazione.
(Foto-Formiche)