(Roma 13 gennaio 2021). Un attacco aereo, condotto presumibilmente da Israele, ha colpito le aree di Deir Ezzor e al-Bukamal, nell’Est della Siria, nelle prime ore di mercoledì 13 gennaio.
La notizia è stata riportata dall’agenzia di stampa siriana, SANA, la quale ha riferito che, stando alle informazioni fornite da una fonte militare, l’attacco perpetrato dal “nemico” ha avuto luogo alle ore 01:10. Al momento, non sono ancora stati rivelati dettagli su eventuali vittime e danni materiali, ma le operazioni di verifica sono ancora in corso. Anche l’Osservatorio Siriano per i Diritti umani (SOHR) ha confermato la notizia degli “intensi raid israeliani”, affermando che violente esplosioni sono state udite nell’intera regione di Deir Ezzor, colpita circa 18 volte. Il medesimo Osservatorio ha successivamente riferito che i raid hanno causato la morte di 7 soldati siriani e 23 combattenti stranieri, mentre altri 28 sono rimasti gravemente feriti. Si tratta, tuttavia, di un bilancio che potrebbe subire ulteriori cambiamenti.
A detta del SOHR, l’obiettivo dell’attacco del 13 gennaio è stato rappresentato dai depositi di Ayyash, dall’accampamento Al-Saeqah, situati alla periferia di Deir Ezzor, e dai magazzini e quartieri generali nei villaggi di Al-Bukamal e Al-Mayadin. Si tratta di luoghi che ospitano milizie affiliate al Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) e al partito sciita libanese Hezbollah, oltre che alla cosiddetta Brigata Fatemiyoun, una milizia sciita afgana formata nel 2014 per combattere in Siria. La regione di Deir Ezzor ospiterebbe, inoltre, centri di addestramento e per la preparazione di combattenti membri dei suddetti gruppi.
Anche il giorno precedente, il 12 gennaio, la Siria è stata testimone di raid aerei mirati, presumibilmente, alle milizie affiliate a Teheran, stanziate nella periferia di Al-Bukamal. L’attacco si è verificato dopo che i combattenti di Fatemiyoun hanno trasferito nella regione un carico di armi, attraverso quattro grandi camion apparentemente “destinati al trasporto di frutta e verdura”. Secondo il SOHR, in realtà, quei camion erano carichi di missili di fabbricazione iraniana, provenienti dall’Iraq, precedentemente scaricati in magazzini commerciali affittati da civili nell’area di Kawa Ibn Aswad, tra le città di Al-Mayadin e Maqan, nell’area rurale orientale di Deir Ezzor.
Le forze e i gruppi iraniani e iracheni fedeli a Damasco sono dispiegati in un’ampia area nella periferia orientale di Deir Ezzor, in particolare tra le città al confine di al- Bukamal e al-Mayadeen. Nel corso del 2020, vi sono state speculazioni sulla ridistribuzione delle forze iraniane in Siria, ma al momento non è ancora chiaro quali siano stati i movimenti delle truppe. Da parte sua, Israele ha intensificato i propri attacchi contro le postazioni di Teheran e Hezbollah in Siria, affermando diverse volte che non consentirà alle loro “ombre” di espandersi nelle vicinanze dei confini con Israele.
Sin dal 2011, Israele ha condotto centinaia di attacchi aerei in Siria, prendendo di mira i suoi principali nemici nella regione mediorientale, ovvero l’Iran, i gruppi palestinesi e l’organizzazione paramilitare libanese Hezbollah, considerati un pericolo per l’integrità dei propri confini territoriali. Nel corso del 2020, il SOHR ha monitorato circa 39 attacchi, perlopiù aerei, perpetrati da Israele nei territori siriani, i quali hanno provocato la distruzione di circa 135 obiettivi, tra edifici, magazzini, quartieri generali e veicoli. Il bilancio delle vittime ammonta, invece, a 217 persone, tra cui 4 civili e 213 membri delle forze affiliate ad Assad, all’Iran o a Hezbollah. Tra questi, vi sono stati anche 21 combattenti dell’IRGC. I missili lanciati nel corso dell’ultimo anno, ha precisato l’Osservatorio, hanno preso di mira prevalentemente Deir Ezzor, Damasco, Daraa, Quneitra, Homs, Hama e Aleppo.
A detta di Israele, Teheran starebbe provando ad intensificare la propria presenza in Siria, creando una base permanente, sebbene le operazioni israeliane abbiano contribuito a limitare l’influenza del nemico iraniano. A tal proposito, fonti definite “affidabili”, bassate nel Ghouta Est, hanno rivelato al SOHR che, dai primi giorni di gennaio 2021, diversi funzionari iraniani dei Guardiani della Rivoluzione hanno effettuato “ispezioni” presso l’eliporto di Marj al-Sultan e nei centri militari di Al-Aftaris, al-Kiswah e Beit Nayim. Al momento, però, le motivazioni dietro tali visite non sono ancora note. Si tratta di siti militari occupati dai gruppi di opposizione fino alla fine del 2012 e successivamente caduti nelle mani di gruppi affiliati all’esercito di Assad, a partire dal mese di marzo 2018, ovvero a seguito della conquista del Ghouta Est.
Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)