Iraq: manifestazioni a Baghdad per l’anniversario dell’assassinio di Soleimani e Al Muhandis

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I miliziani delle Unità di mobilitazione popolare (PMU), coalizione irachena di milizie a maggioranza sciita, manifestano oggi nel centro della capitale Baghdad per commemorare la morte – avvenuta esattamente un anno fa – del generale Qassem Soleimani, comandante della Forza Quds dei Guardiani della rivoluzione islamica iraniani, e del vice-comandante delle Pmu, Abu Mahdi al Muhandis, uccisi il 3 gennaio 2020 in un raid statunitense presso l’aeroporto internazionale della capitale irachena. Le manifestazioni di oggi suscitano timori per la sicurezza della capitale, dopo che nei mesi scorsi gruppi sciiti non identificati hanno effettuato vari attacchi missilistici contro l’ambasciata statunitense, l’ultimo dei quali è avvenuto nella serata del 20 dicembre 2020. Mentre varie milizie sciite non hanno smesso di rivolgere minacce agli Usa e ai loro “interessi” nel Paese, le forze dell’Iraq hanno rafforzato nei giorni scorsi le misure di sicurezza in quartieri e zone sensibili della capitale, e in vari distretti confinanti, per prevenire eventuali attacchi, violenze e scontri.

A stemperare la tensione, o forse come ulteriore provocazione, nella mattinata di oggi la milizia sciita Kataeb Hezbollah ha diramato un comunicato, a firma del segretario generale Abu Husayn al Hamidawi, per annunciare che “oggi non entreremo nell’ambasciata del Male (cioè quella Usa) e non rovesceremo il governo: c’è ancora tempo”. Dura è stata invece la posizione assunta dal leader sciita Moqtada al Sadr, che in un post su Twitter ha accusato « forze » non meglio identificate di voler “trascinare l’Iraq in una escalation militare e di sicurezza”. “E’ strettamente vietato usare armi fuori dalla giurisdizione dello Stato, ed è vietato colpire qualsiasi missione diplomatica, qualunque essa sia, assolutamente. Chiunque fa ciò disobbedisce ai nostri ordini e alle nostre decisioni, e anzi danneggia la sicurezza dell’Iraq, il suo territorio e il suo popolo”, ha scritto Al Sadr. Già durante la notte migliaia di manifestanti hanno sfilato per le strade di Baghdad, e lungo il viale dell’aeroporto, inscenando una specie di processione funebre per ricordare i due “martiri”. Una piccola cerimonia di commemorazione si è svolta sul luogo dell’assassinio, alla presenza dell’ambasciatore iraniano in Iraq, Iraj Masjedi, del comandante delle Pmu, Falih al Fayyadh, e di altri esponenti di primo piano della milizia sciita. (Agenzia Nova)