Il «nuovo terrorismo» che minaccia l’Occidente

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(Roma 30 dicembre 2020). Il terrorismo islamista continuerà ad essere in cima all’elenco delle principali minacce per i servizi segreti del blocco occidentale, ma la sua rilevanza è destinata a venire meno per via della progressiva secolarizzazione (e integrazione) delle diaspore musulmane e dell’arrivo al capolinea del wahhabismo, la cui natura sta venendo riformata dagli stati-sponsor e la cui esportazione globale sta rallentando.

L’ideologia dell’odio più mortifera del 21esimo secolo continuerà a mietere vittime, a radicalizzare persone in ogni angolo del pianeta, ma la sua pericolosità scemerà inevitabilmente negli anni a venire a causa dei fattori suscritti. Il jihadismo, in ogni sua forma e aspetto, verrà gradualmente sostituito da altri tipi di terrorismo, meno organizzati, autofinanziati e assenti di corpo ideologico, ma non per questo meno letali. Gli accadimenti che hanno avuto luogo in Francia e Stati Uniti nell’ultimo mese del 2020 potrebbero essere interpretati come dei presagi di ciò che attende l’Occidente oltre l’orizzonte.

La strage di Saint-Just e l’attentato di Nashville

Saint-Just, dipartimento di Puy-de-Dome (Francia), mezzanotte del 23 dicembre. Una pattuglia della Gendarmeria Nazionale risponde ad una chiamata di aiuto. È un caso di violenza domestica, perciò risolvibile, almeno in linea teorica, attraverso un lavoro di negoziazione e dialogo con le parti in conflitto. All’arrivo sulla scena, però, i gendarmi vengono assaliti da un uomo pesantemente armato, Frédérik Limol, ex militare di 48 anni. Il conflitto a fuoco termina con il decesso di tre agenti e il ferimento di un quarto. Limol, dopo la mattanza, prende del tempo per incendiare la propria abitazione, dopo di che sale sulla propria automobile, che utilizzerà per suicidarsi dirigendola a tutta velocità contro un albero.

Nashville, Tennessee (Stati Uniti), mattina di Natale. La tremenda detonazione di un camper imbottito di esplosivo, parcheggiato nei pressi di un centro di trasmissione della AT&T, provoca il danneggiamento di quarantuno edifici, il ferimento di tre persone, la morte di una (l’attentatore suicida) e il collasso temporaneo della rete – cellulari, internet, televisione – in larga parte del Tennessee. L’aspirante stragista, i cui resti vengono ritrovati all’interno del veicolo, viene identificato in un insospettabile e conosciuto residente di Nashville, Anthony Quinn Warner.

La domanda, a questo punto, sorge spontanea: che cosa lega e collega i fatti di Saint-Just e Nashville ? Apparentemente nulla, ma un filo conduttore esiste, è visibile e tangibile. In entrambi i casi le autorità faticano a trovare il movente e indagano su dei soggetti al di sopra di ogni sospetto, due ragioni per cui l’opera di investigazione procede a rilento e quel che viene scoperto è fonte di stupore.

L’identita dei nuovi terroristi

Limol, colui che ha neutralizzato un’intera pattuglia di gendarmi con freddezza, precisione e organizzazione, aveva la passione per le armi ed era un sostenitore e praticante del survivalismo, un movimento di origine statunitense i cui seguaci si addestrano a fronteggiare ogni calamità, dalle carestie all’inverno atomico, imparando l’arte della sopravvivenza nella natura aperta e con mezzi di sussistenza.

Warner, una carriera di tecnico informatico alle spalle, negli anni recenti aveva sviluppato un’ossessione di natura paranoide nei confronti degli ultimi sviluppi nelle telecomunicazioni e nell’alta tecnologia, in particolare del 5G. Dopo aver trascorso l’esistenza a lavorare in mezzo alla gente e con i computer, era diventato un eremita tecnofobo con la fissazione per la sorveglianza di massa, per gli effetti nocivi del 5G sulla salute e per le teorie del complotto sul dominio del mondo, in particolare riguardanti i rettiliani.

Un elemento in comune, quindi, è presente: l’assenza di un corpo ideologico ben definito. Non si tratta di stragisti mossi dall’idea di proiettare la propria visione distopica sulla società, come sono ad esempio i jihadisti, ma di persone che hanno sviluppato tendenze misantropiche, insofferenza verso una condizione di percepita impotenza, e che condiscono il loro malessere con dei vaghi e smorti obiettivi politici.

Le origini del “nuovo terrorismo” potrebbero essere ricondotte a Theodore John Kaczynski, popolarmente conosciuto come “Unabomber”, l’ex genio della matematica, formatosi fra l’università del Michigan e Harvard, che fra il 1978 e il 1995 lanciò una guerra alla contemporaneità, scrivendo un manifesto politico che avrebbe fatto scuola negli ambienti del survivalismo e del primitivismo. Kaczynski, survivalista come Limol e tecnofobo come Warner, era, inoltre, al di sopra di ogni sospetto come entrambi – la FBI poté concludere un’indagine alla cieca quasi ventennale soltanto per merito di David, suo fratello, che ne riconobbe la calligrafia leggendo il suscritto manifesto.

La possibilità che l’adesione a certi movimenti, dal survivalismo a QAnon, possa dar luogo a dei processi di radicalizzazione culminanti nello stragismo, è il motivo per cui negli Stati Uniti è elevata l’attenzione degli inquirenti nei loro confronti. È ad ambienti survivalisti, ad esempio, al cui interno si mescolano messianismo religioso, ecofascismo, primitivismo e apocalitticismo, che si ricollegano l’epopea della setta dei Davidiani e l’attentato di Oklahoma City. Il complottismo radicalizzante della realtà QAnon, invece, al quale è possibile che appartenesse Warner, è dal 2019 che è ritenuto fonte di potenziale terrorismo domestico dalla FBI.

Cittadini ordinari, insospettabili e apolitici, ma segretamente insofferenti verso una società che aborrano e capaci di auto-armarsi e compiere stragi, potrebbero essere loro, in definitiva, i protagonisti di un tipo di terrorismo, attualmente in stadio embrionale, che sembra scorgersi all’orizzonte dell’Occidente.

Emanuel Pietrobon. (Inside Over)