Siria: il 36esimo attacco di Israele nel corso del 2020

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(Roma 25 novembre 2020). Aerei da guerra, presumibilmente israeliani, hanno colpito postazioni appartenenti al regime siriano dove sono presenti milizie filo iraniane, nel Sud di Damasco e del governatorato di Quneitra.

In particolare, secondo quanto dichiarato dall’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (SOHR), nella notte tra il 24 ed il 25 novembre sono state udite forti esplosioni nelle suddette aree, a seguito di raid aerei lanciati dai territori del Golan siriano e diretti contro l’area di Jabal al-Mana’, nel Sud di Damasco, e la cittadina di Ruihina, a Sud di Quneitra. Stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa siriana SANA, i danni, al momento sono soltanto materiali e non sono state registrate vittime.

Si tratta del 36esimo attacco perpetrato da Israele in Siria nel corso del 2020. Come riportato in precedenza dal SOHR, tra il 20 aprile ed il 3 agosto sono stati documentati almeno 20 attentati, diretti perlopiù contro le postazioni delle milizie filo-iraniane situate a Quneitra, Daraa, Homs, Aleppo, Deir Ezzor, Hama e Damasco. A detta dell’Osservatorio Siriano, erano almeno 102 le vittime registrate fino ad agosto, di nazionalità sia siriana sia non siriana, appartenenti in buona parte a gruppi legati a Teheran.

In realtà, sin dal 2011, Israele ha condotto centinaia di attacchi aerei in Siria, prendendo di mira i suoi principali nemici nella regione mediorientale, ovvero l’Iran, i gruppi palestinesi e l’organizzazione paramilitare libanese Hezbollah, considerati un pericolo per l’integrità dei propri confini territoriali. Sia l’Iran sia Hezbollah appoggiano il presidente siriano, Bashar al-Assad nella guerra civile in Siria, scoppiata il 15 marzo 2011 e tuttora in corso.

Uno degli ultimi episodi è stato riportato nella notte tra il 17 e il 18 novembre, quando almeno 3 soldati sono morti ed un altro è rimasto ferito a seguito di un attacco aereo perpetrato da Israele contro postazioni in Siria appartenenti alle forze dell’esercito siriano e alla Quds Force iraniana. L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (SOHR) ha successivamente riferito che il bilancio delle vittime include circa 10 morti, tra cui 3 siriani ed altri soldati di origine straniera, presumibilmente iraniana.

In tal caso, l’obiettivo è stato rappresentato da un centro di difesa aerea del regime siriano e da postazioni e depositi di munizioni e armi di milizie affiliate all’Iran e agli Hezbollah libanesi, situati nelle aree dell’aeroporto di Damasco, Sayyidah Zaynab, al-Kiswah, e altre località del Sud e Sud-Ovest della capitale, fino ai confini amministrativi con Quneitra. In seguito all’attacco, il portavoce dell’esercito israeliano, Jonathan Conricus, ha rivelato che le proprie forze hanno preso di mira il quartier generale militare iraniano presso l’aeroporto di Damasco, che si pensa sia una struttura segreta che ospita ufficiali militari iraniani e la settima divisione dell’esercito del regime, che sovrintende al lato siriano delle alture del Golan.

Israele si è più volte detto determinato a frenare la crescita della forza militare dell’Iran in Siria, contro cui sarebbe suo diritto continuare a combattere come forma di auto-difesa. In tale quadro, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato più di una volta, l’ultima il 29 settembre, che il suo Paese “non esclude un attacco preventivo contro l’Iran” per impedirne lo stanziamento vicino ai confini settentrionali del Paese, in riferimento alla Siria, e soprattutto alle alture del Golan occupate o al Libano meridionale. Parallelamente, il ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, ha affermato che è il governo di Damasco ad essere ritenuto responsabile di tutte le azioni perpetrate dai propri territori e Israele è determinato a rispondere nel modo più opportuno ai tentativi di “trinceramento iraniano in Siria”, ritenuti una minaccia per l’intera regione.

Teheran, a detta di Israele, starebbe cercando di creare una propria base militare permanente. Gli attacchi aerei israeliani rappresenterebbero altresì un tentativo di colpire i depositi di armi appartenenti ad Hezbollah. Quest’ultimo si concentra soprattutto presso Sayyidah Zaynab e Mazzeh, a Sud di Damasco. Il gruppo riceve il sostegno dell’Iran, che, a sua volta, utilizzerebbe l’aeroporto della capitale siriana per inviare armi e munizioni.

Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)