(Roma 24 novembre 2020). La perquisizione del mercantile turco è avvenuta a opera di militari tedeschi, nell’ambito della Missione Irini, a comando italiano, incaricata di far rispettare l’embargo di armi verso la Libia.
La Turchia ha convocato l’ambasciatore italiano, dell’Unione Europea e l’incaricato d’affari tedesco, in seguito a quella che è stata definita una « ispezione non autorizzata, in violazione del diritto internazionale marittimo », dopo che la fregata « Hamburg » ha fermato e perquisito la nave cargo turca « Rosseline » al largo del Peloponneso diretta al porto libico di Misurata.
Il presidente turco Recep Tayyip Erogan ha parlato di « Operazione di parte ». Il controllo, avvenuto nell’ambito della missione Irini, per Ankara è illegale poiché eseguito « senza il consenso della Turchia né del capitano ». In particolare, secondo il ministero turco, il capitano e l’equipaggio sono stati perquisiti con la forza e trattenuti in una parte della nave mentre la squadra tedesca ha perquisito l’imbarcazione « con la forza » e senza il consenso né del capitano né del governo di Ankara.
Secondo quanto riferito dal portavoce del ministero della Difesa tedesco, Christian Thiels, l’ordine di salire a bordo del mercantile turco è arrivato dalla sede operativa della missione a Roma. E Berlino ha precisato in una nota: « Tutto è avvenuto secondo le procedure, la nave tedesca ha cercato di ottenere il consenso da parte del capitano. Consenso negato, ma la perquisizione è poi scattata comunque, rivelando però un carico di materiale umanitario ed edile, non di armi, come ritenuto inizialmente. (Rai News)