Etiopia: attacco armato a un pullman, almeno 34 morti

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Il numero delle vittime potrebbe salire.  A denunciarlo e a raccontare l’attacco al pulman in Etiopia, dove sono morte almeno 34 persone, la Commissione etiopica per i diritti umani (Ehrc) . Un commando di uomini armati ha fermato il pulman nella regione di Benishangul-Gumuz, nell’ovest dell’Etiopia. Uccise a sangue freddo 34 persone. La Commissione ha anche denunciato “altri attacchi simili » in altre parti dell’aera. Gli aggressori non sono stati ancora identificati. Le violenza nella regione di Benishangul-Gumuz è interamente di carattere interetnico e, secondo l’Ehrc, oppone milizie di etnia Gumuz agli Amhara e agli Agew che vivono a Tetelek. La Commissione etiopica per i diritti umani, parla di una violenza etnica quasi inarrestabile che colpisce soprattutto i civili  e fa appello allo stato federale perché faccia sentire la sua presenza con l’invio di forze armate e di sicurezza che lavorino in stretto coordinamento con le autorità giudiziarie. Da parte del governo federale di Addis Abeba « occorre una ridefinizione della politica di sicurezza regionale che metta finalmente fine a questi attacchi », si legge nel documento della Commissione per i diritti umani. Il premier etiopico, Ahmed Abiy, ha accusato il Sudan di addestrare e proteggere i terroristi, ma ha escluso che ci sia un qualunque legame fra il massacro e il conflitto in corso nella regione autonoma di Tigray. E per il conflitto nella regione autonoma di Tigray, circa 25.000 civili sono fuggiti nel vicino Sudan. Lo scrive l’agenzia sudanese Suna, aggiungendo che le agenzie dell’Onu come l’Unhcr, si stanno dando da fare per fornire supporto ai profughi. L’agenzia sudanese Suna riporta che « Il numero di rifugiati etiopi  che si è riversato negli stati sudanesi di Gadaref e Kassala da sabato sono 24.944 ». Per fronteggiare l’esodo, il Sudan ha annunciato la riapertura del campo profughi di Um Raquba, usato negli anni ’80 per accogliere gli etiopi scappati dalla gravissima carestia che fece oltre un milione di vittime. (Rai News)