Il presidente del Kosovo Hashim Thaci si è dimesso oggi, dopo che il Tribunale speciale dell’Aja per i crimini dell’Uck ha confermato le accuse di crimini di guerra a suo carico. Lo ha annunciato lo stesso Thaci in una conferenza stampa a Pristina. « Vi invito a non perdere la speranza in questi momenti difficili per me, per la mia famiglia, per l’intero Paese », ha detto Thaci ai giornalisti. »L’accusa contro di me, e i miei compagni è un piccolo prezzo da pagare per la libertà del nostro Paese. Sono fortunato a essere vivo e a sopravvivere al nostro sogno. Sono orgoglioso di aver fatto parte dell’Uck, sono orgoglioso di aver combattuto insieme alla Nato contro il regime di Slobodan Milosevic », ha aggiunto il presidente. « Per proteggere la mia dignità mi dimetto dalla carica di presidente del Kosovo », ha affermato Thaci. Il presidente kosovaro ha detto che si recherà presto spontaneamente all’Aja per presentarsi ai giudici del Tribunale speciale istituito negli anni scorsi per indagare sui crimini dell’Uck. Il presidente ha invitato la popolazione del Kosovo a restare calma e a non rispondere a eventuali provocazioni. Le accuse di crimini di guerra sono state confermate oggi anche nei riguardi di Kadri Veselj, ex capo del parlamento del Kosovo e anch’egli come Thaci tra gli ex leader dell’Esercito di liberazione del Kosovo. Altri due ex militanti e capi dell’Uck, Jakup Krasniqi e Redzhep Selimi, erano stati arrestati ieri a Pristina e trasferiti all’Aja. Il Tribunale speciale aveva sollevato le accuse di crimini di guerra a carico di Thaci, Veselj e altri ex leader Uck il 24 giugno scorso, e Thaci aveva allora rinunciato a recarsi a Washington a un vertice sulla crisi del Kosovo con il presidente serbo Aleksandar Vucic, su iniziativa dell’amministrazione americana. Le accuse fanno riferimento a un centinaio di uccisioni, torture, rapimenti, persecuzioni di danni di serbi, rom e oppositori politici kosovari di etnia albanese. Lo scorso luglio Thaci era stato interrogato per quattro giorni dai giudici del Tribunale dell’Aja, respingendo ogni accusa e ribadendo che quella dell’Uck contro le forze serbe di Milosevic fu una guerra giusta per la libertà e l’indipendenza del Kosovo. « Nessuno può riscrivere la nostra storia », aveva detto al suo ritorno a Pristina. Come prevede la costituzione, sarà la presidente del parlamento Vjosa Osmani a espletare temporaneamente le funzioni di presidente della Repubblica. Il governo e le forze politiche a Pristina hanno reagito alla conferma delle accuse contro Thaci, Veselj, Krasniqi e Selimi, ribadendo la legittimità della guerra contro i serbi di fine anni Novanta. « Nessuno può giudicare la nostra lotta per la libertà », ha detto il governo in un comunicato. L’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck) è la guerriglia indipendentista albanese che combattè nel conflitto armato del 1998-1999 contro le forze serbe dell’allora uomo forte Slobodan Milosevic. A porre fine al conflitto fu l’intervento della Nato con 78 giorni di bombardamenti contro la Serbia, che indussero Milosevic a ritirare le truppe dal Kosovo, rinunciando alla sua politica di repressione e pulizia etnica nella provincia meridionale, che proclamò poi l’indipendenza dalla Serbia il 17 febbraio 2008. (Rai News)