Pakistan: ragazza cattolica rapita e convertita all’islam, le false dichiarazioni del rapitore

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Arzoo Raja, la ragazza cattolica rapita, convertita con la forza e costretta a nozze islamiche da un musulmano 44enne (vedi Fides 21/10/2020), ha 13 anni e non 18, come è falsamente dichiarato sull’Affidavit, la dichiarazione che i legali del rapitore hanno consegnato alla polizia per legittimare l’intera operazione e darle parvenza di legalità. In questa dichiarazione falsa, tra l’altro estorta alla ragazza, sta l’inghippo e l’inganno da smascherare per denunciare l’illegalità e la brutalità dell’atto e per poterla liberare. Come appreso dall’Agenzia Fides, su questa linea si stanno muovendo gli esponenti della Chiesa cattolica a Karachi, per affrontare il caso della tredicenne cattolica sequestrata , che scuote la comunità.

Come riferito a Fides da fonti locali, il caso, registrato nella grande metropoli di Karachi, riguarda, nello specifico, la comunità cattolica che fa riferimento alla chiesa di Sant’ Antonio. La famiglia di Arzoo vive nella « Quarter 8 City », nella Railway Colony, nella parte occidentale della città di Karachi. I leader della Chiesa locale, come diversi cattolici impegnati in politica e nella società civile, si sono mobilitati per far emergere il caso e affrontarlo pubblicamente, chiedendo il pronto intervento delle autorità.

Commenta all’Agenzia Fides p. Robert Mc Culloch missionario australiano per oltre 30 anni in Pakistan, oggi Procuratore generale della Società di san Colombano: « Registriamo con dolore un atto grave e brutale a danno di una ragazza innocente: casi come questo, di rapimento, conversione e matrimonio forzato, sono tragicamente in aumento in Pakistan e coinvolgono soprattutto ragazze cristiane e indù, specialmente nella provincia del Sindh. Credo sia necessario attivare ogni mezzo per salvare Arzoo e tutte le altre ragazze come lei, sottoposte a violenza. Bisogna che le autorità prendano atto di un fenomeno realmente preoccupante e devastante per la società pakistana, che mina ogni sforzo di armonia interreligiosa e lede i diritti inalienabili dei cittadini non musulmani ».

La Chiesa cattolica a Karachi e organizzazioni della società civile pakistana sono in prima linea, con la famiglia della ragazza, nel processo per salvare Arzoo: dato che la sua età reale è attestata nel certificato di nascita civile, e anche nel certificato di battesimo rilasciato dalla parrocchia di Sant’Antonio, il rapimento (falsamente definito « atto di libera volontà »), il matrimonio con una minorenne (spacciata come maggiorenne), la conversione all’islam (presentata come « libera adesione ») configurano reati perseguibili penalmente, in patente violazione di diverse leggi, inclusa quella sull’eta minima per contrarre matrimonio. (Fides)