(Roma 09 Ottobre 2020). Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha svolto, il 7 ottobre, una visita ufficiale in Kuwait e Qatar, dove ha incontrato i capi di Stato dei due Paesi del Golfo, rispettivamente l’emiro kuwaitiano neoeletto Nawaf al-Ahmad al-Sabah, e il qatariota Tamim bin Hamad al-Thani.
Durante la sua visita in Kuwait, il presidente turco è stato accolto da una delegazione kuwaitiana guidata dall’emiro Nawaf e dall’ambasciatore turco in Kuwait, Ayşe Hilal Sayan Koytak. Erdogan ha innanzitutto rivolto le condoglianze, a nome della Turchia, al suo interlocutore per la morte del suo predecessore, lo sceicco Sabah Al Ahmad Al Jaber Al Sabah, recentemente scomparso all’età di 91 anni dopo aver governato il paese dal 2006. Il meeting ha poi preso in esame le relazioni bilaterali tra Turchia e Kuwait e alcune questioni regionali.
Anche in Qatar, il focus delle discussioni è stato rappresentato dalle « relazioni strategiche » tra Doha e Ankara. In Qatar, Erdogan ha incontrato anche ministro della Difesa, Khalid bin Mohammad Al Attiyah e l’ambasciatore della Turchia in Qatar, Mehmet Mustafa Göksu. In un incontro a porte chiuse con al-Thani, durato più di un’ora, i due hanno discusso le modalità volte a rafforzare la cooperazione bilaterale e hanno scambiato opinioni su questioni regionali e internazionali.
Negli ultimi anni, i legami turco-qatarioti si sono rafforzati a più livelli, da quello politico a quello economico e militare. In tale quadro, nel 2014 è stato istituito il Comitato strategico supremo tra Turchia e Qatar, che ha dato maggiore impulso alle relazioni economiche dei due Paesi. Lo Stato del Qatar è uno degli investitori più rilevanti per la Turchia, in quanto i suoi investimenti hanno raggiunto i 23 miliardi di dollari, mentre il volume degli scambi tra i due Paesi supera i 2 miliardi di dollari. Doha investe soprattutto nel settore bancario turco, nell’energia, nel turismo e nel settore immobiliare, oltre ad agricoltura ed industria militare.
In passato il Qatar è stato definito uno « Stato della Turchia ». Tuttavia, secondo un ex diplomatico in condizioni di anonimato, l’asse Doha-Ankara non è ben visto dalla popolazione qatariota, la quale considera il proprio governo vittima di estorsione e sfruttamento. La Turchia farebbe credere al proprio alleato di poter svolgere un ruolo equo nello scacchiere internazionale e nelle diverse questioni regionali, ma, in realtà, il Qatar fornisce semplicemente denaro e resta in attesa del completamento delle missioni da parte dell’esercito turco.
Secondo quanto riferito nel novembre 2019 da un professore di Relazioni Internazionali all’Università di Ankara, Muhittin Ataman, la Turchia e il Qatar tendono ad essere isolati dai Paesi vicini, che non apprezzano le loro decisioni in materia di politica estera, e ciò li spinge a rafforzare i loro legami e ad approfondire la loro alleanza.
In tale quadro, la rivista statunitense The National Interest ha evidenziato, il 22 gennaio 2020, che la Turchia e il Qatar sono divenuti alleati soprattutto per quanto riguarda la produzione e l’esportazione di armi, ma il loro legame, a detta della rivista, è altresì caratterizzato da una « cattiva condotta », che vede Ankara e Doha realizzare joint venture in « finanza illegale », oltre a promuovere ideologie estremiste. Il loro asse si oppone all’alleanza guidata da Emirati Arabi Uniti (UAE) ed Arabia Saudita, la quale, secondo quanto riferito, lotta anch’essa per ottenere supremazia in una regione instabile.
L’operazione transfrontaliera della Turchia nel Nord-Est della Siria, la cosiddetta « Fonte di Pace », dell’ottobre 2019 è considerata un episodio da prendere in considerazione per comprendere i legami tra Ankara e Doha. In tale occasione, il Qatar è stato uno dei pochi attori, insieme ad Hamas e al Pakistan, a sostenere una campagna turca condannata a livello internazionale. Parallelamente, a seguito del blocco del 2017, la cosiddetta « crisi del Golfo », la Turchia ha offerto al Qatar un’ancora di salvezza, inviando aerei da carico con risorse alimentari e altre merci. A detta del National Interest, l’assistenza umanitaria di Ankara ha rappresentato il segno più visibile di una convergenza strategica che, in realtà, era in atto da anni. Il cuore della loro intesa, è stato specificato, è da ritrovarsi nell’Islamismo e nell’ideologia della Fratellanza Musulmana. Sebbene in Qatar la Fratellanza non abbia spazio per agire, l’emirato promuove la sua ideologia ed i suoi interessi all’estero.
Non da ultimo, Qatar e Turchia sono entrambi sostenitori del governo tripolino in Libia, altresì noto come Governo di Accordo Nazionale (GNA). Come evidenziato il 4 dicembre scorso, per Doha, il GNA è l’unico esecutivo legittimo e riconosciuto a livello internazionale. Pertanto, il Qatar continuerà a sostenerlo, con l’obiettivo di rafforzare le sue capacità anche in ambito militare e in materia di sicurezza.
Circa le relazioni bilaterali della Turchia con il Kuwait, invece, queste hanno assistito ad uno slancio maggiore negli ultimi anni, come testimoniato da visite di alto livello e numerosi accordi. Il volume degli scambi commerciali tra le due nazioni, che è diminuito tra il 2015 e il 2017, ha raggiunto un livello di 678 milioni di dollari alla fine del 2018. Attualmente, più di 300 società kuwaitiane operano in Turchia e il totale il valore degli investimenti di queste società è pari a 1,7 miliardi di dollari. Gli investimenti kuwaitiani in Turchia si concentrano nell’ambito finanziario, immobiliare, commerciale e industriale. L’importo totale delle gare d’appalto vinte dalle società turche in Kuwait ammonta attualmente a 6,5- 7 miliardi di dollari.
Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)