Terrorismo: arrestata dal «ROS» in Siria e rimpatriata in Italia, Alice Brignoli moglie italiana di un militante dell’Isis

0
646

(Roma 29 settembre 2020). I Carabinieri del Ros stanno procedendo all’arresto di Alice Brignoli, cittadina italiana, indagata per il delitto di associazione con finalità di terrorismo internazionale, localizzata in Siria dal personale del ROS che, recatosi nel territorio di quello stato, è riuscito anche a rintracciare i figli minori della donna e rimpatriare l’intera famiglia in Italia. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal Gip di Milano su richiesta della Sezione Distrettuale Antiterrorismo della Procura della Repubblica meneghina.

Alice Brignoli, 39 anni, nata a Erba e residente a Bulciago (Lecco). È stata arrestata, in Siria, moglie del militante dell’Isis italiano, di origine marocchina, Mohamed Koraichi. La donna è stata fermata dai carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale (ROS), martedì 29 settembre, con l’accusa di associazione a delinquere con scopi terroristici. I militari dell’Arma hanno rintracciato la Brignoli nel Paese arabo e hanno provveduto a rimpatriarla, insieme ai quattro figli. La coppia, secondo quanto emerso dalle ultime indagini, ha lasciato l’Italia nel 2015 per unirsi al Califfato islamico. In Siria, Koraichi ha partecipato direttamente alle operazioni militari dell’Isis, mentre la moglie, ha specificato il Ros, avrebbe ricoperto « un ruolo attivo nell’istruzione dei figli alla causa del Jihad ». In base a quanto riferito dal pm Alberto Nobili, responsabile dalla sezione distrettuale antiterrorismo della Procura di Milano, la donna era « talmente fiera dell’addestramento dei bambini che aveva come foto profilo di Whatsapp l’immagine dei figli e di un altro bimbo combattente col dito alzato, gesto che attesta la fede in Allah ».

A settembre, Koraichi è morto a causa di un’infezione intestinale. La Brignoli, pertanto, è rimasta sola con i suoi bambini, quattro di cui uno nato in Siria. Questi ultimi sono sembrati felici del loro ritorno in Italia. « Mi hanno riferito il loro entusiasmo al rientro a Linate. Sono felici perché sanno che è finita un’odissea e perché per loro c’è la speranza di poter riprendere una « vita all’occidentale ». È una storia allegra, una bellissima storia italiana che ha permesso di riportare alla vita quattro bambini e una mamma », ha dichiarato il pm di Milano. La donna è stata portata nel carcere di San Vittore, mente i suoi figli sono stati consegnati ad una comunità individuata dai servizi sociali. In attesa delle decisioni del Tribunale dei minorenni, i quattro bambini saranno seguiti e monitorati nella fase di transizione dopo aver trascorso cinque anni in Medio Oriente.