Fayez Al-Sarraj potrebbe dimettersi dall’incarico di capo del GNA entro la fine della settimana. Lo affermano diverse fonti internazionali, riportate anche da Bloomberg. Il premier avrebbe maturato questa scelta con un obiettivo ben preciso: accelerare il processo di dialogo intra-libico per arrivare a nuove elezioni al più presto. Ciò, in funzione di due elementi: da una parte per evitare che le proteste anti-governative, le quali recentemente si sono estese anche a Est, lo congelino. Dall’altra per far sì che i paesi alleati di Khalifa Haftar, in primis Egitto ed Emirati Arabi Uniti (UAE), tolgano gli ultimi ostacoli che frenano il processo. Peraltro, le dimissioni sarebbero solo formali. Il premier, infatti, manterrebbe comunque l’incarico almeno fino all’inizio della nuova tornata di colloqui a Ginevra il mese prossimo.
Le dimissioni di Sarraj, inoltre, produrrebbero un altro effetto importante in Libia. La caduta dell’ultimo ostacolo affinché Haftar “liberi” i giacimenti e i terminal petroliferi del paese. A quel punto il Generale, come ha promesso recentemente agli Stati Uniti, dovrebbe effettivamente sbloccarli permettendo la ripresa delle attività della « National Oil Corporation » (NOC). Ciò si tramuterebbe nell’arrivo di nuove risorse, che potrebbero essere usate immediatamente per sistemare le maggiori criticità denunciate dalla popolazione, come le continue interruzioni di corrente. L’unico paese che frena su questa ipotesi è la Turchia, preoccupata che le promesse fatte non vengano poi mantenute, in caso dovessero cambiare gli interlocutori. Ankara, però, ha ricevuto numerose garanzie che tutto andrà comunque secondo quanto stabilito.