Iran : (segue) : elezioni, dati preliminari. Conservatori in testa, delusione riformisti

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Era una vittoria annunciata: non ci sono dati ufficiali ma secondo le prime proiezioni i conservatori della lista che fa riferimento all’ex sindaco di Teheran, Mohammed Baqer Qalibaf, sono in testa nello spoglio per il rinnovo del Parlamento. Sui 290 seggi del Majlis, i cosiddetti “principalisti” (quelli cioè che fanno riferimento ai principi della Rivoluzione islamica) si sarebbero già assicurati tutti e trenta i seggi in palio nella capitale. Secondo una prima proiezione dell’agenzia Reuters, sarebbero 178 i seggi già garantiti a livello nazionale ai conservatori, mentre 43 sarebbero andati ai moderati e appena 17 ai riformisti.
Qalibaf, considerato vicino ai Guardiani della Rivoluzione e lui stesso in passato generale delle Forze aeree dei Pasdaran, si avvia dunque a diventare nuovo portavoce del Parlamento. Unica incognita, se deciderà di correre alle presidenziali, previste per l’anno venturo. Quasi sicura sembra invece la candidatura dell’attuale speaker del Majlis, Ali Larijani, che non si è presentato alle elezioni ma è impegnato in una lunga missione diplomatica nelle capitali straniere.
Delusione profonda per i riformisti, quanto meno quelli ammessi a partecipare dopo i veti alle candidature imposti dal Consiglio dei Guardiani. Il risultato meno disastroso nella capitale sarebbe quello di Majid Ansari, che si è piazzato al 37esimo posto, rimanendo dunque escluso dall’Assemblea. L’affluenza alle urne, secondo indiscrezioni circolate fra gli analisti sui social network, si sarebbe fermata poco sopra il 40 per cento. Se il dato fosse confermato sarebbe un’astensione alta, senza precedenti, ma forse non tanto da delegittimare il nuovo Parlamento.

In attesa di conferme ufficiali, cresce l’ansia per il diffondersi del coronavirus nella Repubblica islamica. Nelle farmacie di Teheran le mascherine sono sparite e non si trova nemmeno più gel disinfettante. Voci incontrollate si incrociano, a segnalare che la fiducia nella trasparenza delle istituzioni è limitata. Secondo un medico dell’ospedale Shariati di Teheran, i casi di sospetto contagio sono numerosissimi. Ogni ospedale ha già allestito una zona di isolamento. (La Repubblica)