La situazione si complica nuovamente in Libia, a pochi giorni dalla tregua siglata tra Fayez Sarraj e Aguila Saleh. Sembra che Khalifa Haftar abbia schierato nuovi assetti militari a Sirte. L’azione ha suscitato l’immediata reazione del GNA, che ha inviato rinforzi nell’area lungo la strada costiera. Il portavoce dell’esercito di Tripoli, il colonnello Mohamed Gnunu, ha infatti denunciato l’arrivo di 70 veicoli armati e di camion carichi di munizioni nell’ultima roccaforte del Generale a Ovest. Dall’LNA per ora non ci sono commenti sulle affermazioni. Intanto, Sarraj si trova costretto a gestire una grana interna imprevista. La reazione delle milizie alla sospensione di Fathi Bashagha dall’incarico di ministro dell’Interno, a seguito della gestione violenta dell’ordine pubblico durante le proteste anti-governative a Tripoli. Provvedimento per di più preso mente Bashagha si trovava all’estero in missione in Turchia. Oltre 300 mezzi dei gruppi di Misurata sono attivati all’aeroporto internazionale di Mitiga per accoglierlo e manifestare il loro supporto. Bashagha, infatti, appena appresa la notizia aveva chiesto all’esecutivo di effettuare un’indagine pubblica in modo che « tutti i libici conoscano effettivamente i fatti ». La comunità internazionale si è detta preoccupata soprattutto a seguito del fatto che l’evento giunge in un momento molto delicato e ha chiesto a Sarraj e a Bashagha di cooperare per il bene della Libia. Sarraj, intanto, a sorpresa ha lasciato l’interim alla Difesa, nominando come ministro Salah Eddin al-Namroush (già sottosegretario presso lo stesso dicastero) e come capo di Stato maggiore dell’Esercito il generale Mohamed al-Haddad. L’alto ufficiale finora era a capo della Zona Militare Centrale della Libia. Il primo, peraltro, proviene da Al Zawiyah, mentre il secondo da Misurata. La loro nomina ha con buona probabilità un doppio obiettivo: da una parte cercare di calmare l’ondata di proteste anti-governative, che si ritiene siano alimentate anche da uomini di Haftar e dall’altra, cercare di calmare le cose dopo l’estromissione di Bashagha dal GNA. (Difesa & Sicurezza)