(Roma, 23 dicembre 2025). L’ex presidente siriano Bashar al Assad, fuggito in Russia dopo il collasso del suo regime, avrebbe lasciato a Mosca il proprio assistente personale, rimasto senza documenti e con ingenti debiti. Lo riporta il quotidiano statunitense “New York Times”, citando fonti a conoscenza della vicenda. Secondo la ricostruzione, l’assistente – uno dei pochissimi membri dello staff ad aver accompagnato Assad nel volo verso Mosca nel dicembre 2024 – avrebbe ricevuto l’ordine di partire in modo improvviso, senza il tempo di recuperare passaporto, denaro o effetti personali. Giunto nella capitale russa, l’uomo sarebbe stato alloggiato inizialmente, insieme ad altri collaboratori, in una struttura alberghiera di lusso, ma avrebbe poi perso ogni contatto con Assad, ritrovandosi a dover fronteggiare un conto di soggiorno particolarmente elevato.
Sempre secondo il “New York Times”, dopo il mancato intervento dell’ex presidente siriano, le autorità russe avrebbero offerto ai collaboratori una sistemazione alternativa in una struttura militare dismessa dell’era sovietica. L’assistente personale di Assad avrebbe tuttavia scelto di rientrare in Siria con mezzi propri. Fonti vicine all’uomo riferiscono che oggi viva in una zona rurale del Paese, in condizioni economiche difficili e lontano dai riflettori, ricevendo occasionalmente aiuti finanziari da ex funzionari del precedente apparato statale. La famiglia Assad, sempre secondo il quotidiano statunitense, non gli avrebbe fornito alcuna forma di sostegno. L’articolo del “New York Times” aggiunge che Assad e i suoi familiari, dopo l’arrivo in Russia, avrebbero soggiornato inizialmente in hotel di lusso sotto la protezione dei servizi di sicurezza russi, per poi trasferirsi in residenze private nella capitale e nei suoi sobborghi. Al Assad vivrebbe tuttora sotto stretta sorveglianza e avrebbe ricevuto indicazioni a non rilasciare dichiarazioni pubbliche.