(Roma, 16 dicembre 2025). Le Forze di supporto rapido combattono contro l’esercito regolare sudanese dall’aprile 2023, quando una lotta di potere tra le due parti sfociò in una brutale guerra civile
Le Forze di supporto rapido (RSF) sudanesi hanno cercato di insabbiare le uccisioni di massa avvenute nella città di El-Fasher, la capitale del Darfur settentrionale conquistata lo scorso 26 ottobre, seppellendo e bruciando i corpi. Lo denuncia un rapporto del team di ricerca dell’Università di Yale, che si basa sull’analisi delle immagini satellitari da parte del suo Humanitarian Research Lab (HRL). Il rapporto afferma che le RSF “hanno intrapreso una campagna sistematica di diverse settimane per distruggere le prove delle sue diffuse uccisioni di massa” e “questo schema di smaltimento e distruzione dei cadaveri è in corso”.
L’HRL monitora la situazione in città da mesi e il suo ultimo rapporto rientra negli sforzi per comprendere l’entità della violenza subita dai residenti della città. Secondo i ricercatori, le prove satellitari di novembre suggeriscono che l’attività civile nella città è stata limitata da quando è stata conquistata. In seguito alle reazioni internazionali, il leader delle RSF, il generale Mohamed Hamdan Dagalo, ha dichiarato che è stata aperta un’indagine su quelle che ha definito violazioni commesse dai suoi soldati durante la cattura di El-Fasher, tuttavia il gruppo ha continuato a negare le diffuse accuse secondo cui gli omicidi in città sarebbero motivati da ragioni etniche e seguirebbero lo schema dei combattenti arabi che prendono di mira le popolazioni non arabe.
L’ultimo rapporto fa seguito agli avvertimenti delle agenzie umanitarie circa il basso numero di civili riusciti a fuggire da El-Fasher dopo la cattura da parte delle RSF. Le Nazioni Unite stimano che circa 250 mila persone siano ancora intrappolate nella città e si ritiene che meno della metà di queste siano arrivate in campi esterni per sfollati. Le RSF hanno sfruttato la presa di El-Fasher per consolidare il loro potere nel Sudan occidentale e hanno istituito un governo parallelo nella città di Nyala, nel Darfur. Le Rsf combattono contro l’esercito regolare sudanese dall’aprile 2023, quando una lotta di potere tra le due parti sfociò in una brutale guerra civile. Le Nazioni Unite hanno descritto il conflitto come il peggior disastro umanitario al mondo. L’esercito sudanese controlla ancora la maggior parte del Paese, ma gli scontri tra le due parti in conflitto continuano. Si stima che più di 13 milioni di persone siano state sfollate dall’inizio della guerra, nell’aprile 2023.