(Roma, 07 dicembre 2025). Gli Stati Uniti e Israele sono “pienamente consapevoli” di come il Qatar abbia trasferito fondi alla Gaza governata da Hamas nel lungo decennio precedente gli attentati del 7 ottobre 2023 contro lo Stato Ebraico.
Parola del primo ministro e ministro degli Esteri dell’emirato, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, primo ministro del Paese del Golfo, ha spiegato al Doha Forum tenutosi nella sua capitale in un’intervista con l’anchorman Tucker Carlson la genesi degli scenari che spesso hanno portato il Qatar ad essere accusato di “finanziamento del terrorismo” per i suoi legami con Hamas, di cui ospita l’ufficio politico dal 2012.
Al Thani svela il triangolo Qatar-USA-Israele
Parlando con Carlson, Al Thani non ha rivelato particolari novità rispetto a ciò che si sapeva già ma si è espresso con chiarezza da un palcoscenico e da un ruolo istituzionali, svelando cos’è successo sul piano politico nei caotici primi Anni Dieci di questo secolo, quando in Medio Oriente imperversavano le Primavere arabe e Doha era molto vicina all’Occidente sia sul piano del sostegno al regime change libico che nel quadro della missione di destabilizzazione del dittatore siriano Bashar al-Assad.
Al Thani ha detto a Carlson che furono gli Stati Uniti a chiedere al Qatar di accogliere l’ufficio politico di Hamas quando l’organizzazione che governa Gaza dal 2006 lasciò la Siria nel 2012. “”L’avvio delle relazioni con Hamas e della comunicazione risale a più di 10 anni fa, 13 anni fa, su richiesta degli Stati Uniti”, ha detto. Inoltre, il premier e membro della casa regnante in Qatar ha rivendicato che il Paese ha mandato finanziamenti a Gaza, sottolineando di non volerli ritenere dei finanziamenti ad Hamas ma alla popolazione palestinese, ma anche che tutto ciò è avvenuto in coordinamento con Israele e Usa.
L’Hamas di Meshal e i timori USA sulla Turchia
Certamente la differenza tra “finanziamenti a Gaza” e “fondi ad Hamas” è capziosa, anche perché nel contesto della Striscia di Gaza la stessa Hamas è un vero e proprio partito-Stato. Ma ciò che dice Al Thani è sostanzialmente corretto. Dal 2012 al 2023, il Qatar ha trasferito a Gaza circa 1,8 miliardi di dollari, sotto forma di pagamenti mensili fino a 30 milioni di dollari, in coordinamento con Washington e Tel Aviv.
Nel 2012, l’invito a ospitare Hamas in Qatar significava per gli Usa evitare un’egemonia eccessiva preponderanza regionale alla Turchia, patrona dell’allora leader e vero stratega politico del gruppo, Khaled Mashal, che non a caso oggi risiede proprio nel Paese anatolico e fu bersaglio del tentativo di assassinio suo e degli altri negoziatori di Hamas da parte di Israele, che ha colpito Doha il 9 settembre scorso.
Così Israele ha legittimato Hamas
Negli anni successivi, per Israele e Benjamin Netanyahu la concessione al Qatar di far partire i flussi finanziari verso Gaza ha significato poter legittimare, senza ammetterlo, Hamas nella galassia palestinese, promuovendo un divide et impera con l’Autorità Nazionale Palestinese stanziata in Cisgiordania.
Per gli Usa, queste due mosse hanno garantito la risoluzione di ogni rischio di conflittualità tra Israele e la Fratellanza Musulmana, visti come due dei tre pilastri, assieme all’Arabia Saudita, per contenere la presenza iraniana nella regione. I legami tra Qatar e Hamas sono stati poi sfruttati attivamente dal presidente Usa Donald Trump per favorire la mediazione tra i militanti di Gaza e Hamas nella seconda metà del 2025, e Al Thani parlando con Carlson ha rivendicato il ruolo regionale di Doha.
L’intervista del premier all’anchorman americano è dunque un’occasione per ricordare la complessità del tempo passato e, soprattutto, la necessità di rifiutare ogni spiegazione semplicistica. Quando in Israele, negli ultimi mesi, l’estrema destra ha parlato del Qatar come di Stato “sostenitore del terrorismo” ha spesso dimenticato il fatto che proprio quello Stato fu favorito nella sua proiezione su Gaza da chi, oggi, si fa campione della lotta al terrore: Benjamin Netanyahu. E da un’America desiderosa di usare Israele e le fratture regionali per contenere gli avversari in Medio Oriente. Rendendo, se necessario, ingovernabile la regione.
Di Andrea Muratore. (Inside Over)