(Roma, 04 dicembre 2025). Il leader delle Forze Popolari Gaza-Palestina, accusato di essere alleato di Israele, è stato ferito in conflitto a fuoco. Trasportato in ospedale, è morto
Il leader della milizia anti-Hamas nel sud della Striscia di Gaza, Yasser Abu Shabab, è stato ucciso in uno « scontro interno ». Lo hanno riferito fonti della Difesa israeliane citate dal quotidiano Times of Israel, secondo le quali l’uomo è stato trasportato in un ospedale in Israele, dove è morto per le ferite riportate. Al momento non c’è ancora alcun commento ufficiali da parte della milizia palestinese né delle autorità israeliane.
Abu Shabab è stato uno dei personaggi più controversi della storia recente di Gaza. Bollato come “traditore e collaborazionista” da parte di Hamas, ha sempre smentito pubblicamente di operare di concerto con l’esercito israeliano, ma non ha mai nascosto la sua ostilità nei confronti del gruppo islamista.
Dal canto loro, gli israeliani – pur senza mai ammettere un legame diretto – non hanno mai fatto mistero della loro disponibilità a consentire la crescita di forze militari ostili a Hamas: a domanda se l’esercito stesse armando questi gruppi, il premier Benjamin Netanyahu rispose lapidario: “Qual è il problema?”.
Intervistato da Repubblica all’inizio di luglio, mentre le sue Forze Popolari Gaza-Palestina operavano sostanzialmente indisturbata nell’area di Rafah, ormai saldamente sotto il controllo delle Israeli Defence Forces, disse: “Queste voci sul sostegno delle Idf distorcono la realtà e intimidiscono chi vorrebbe aiutarci o venire a vivere da noi. Le distorsioni provengono da Hamas, la Fratellanza musulmana e i loro media”.
« Abbiamo arruolato centinaia di giovani che aspirano alla sicurezza e alla pace –aggiunse – ogni giorno riceviamo dozzine di richieste da parte di chi si vuole unire alle nostre forze. È la popolazione di Gaza a finanziarci. I miei uomini non ricevono salari, al massimo qualche aiuto umanitario”. Nel pieno della crisi alimentare di Gaza della prima parte del 2025, quando gli aiuti erano sostanzialmente bloccati ai valichi di frontiera con Israele, i suoi uomini avevano rivendicato di essere riusciti a creare alcuni corridoi da Kerem Shalom alle città del sud della Striscia per consentire ai camion con il cibo – compresi quelli destinati ai depositi della Gaza Humanitarian Foundation – di arrivare a destinazione.
Yasser Abu Shabab faceva parte di un potente clan beduino della tribù Tarabin, una delle più numerose nella Striscia e presente anche nel Negev israeliano. La nomea di jihadista, da lui sempre negata, e le scorribande a Rafah, negli anni lo avevano reso una minaccia per Hamas. Che infatti lo aveva arrestato con l’accusa di furto e traffico di droga: il 7 Ottobre 2023 Abu Shabab era in un carcere, da cui è poi uscito in circostanze mai chiarite.
E ancora del tutto oscure sono le circostanze che hanno portato alla sua uccisione. Na nell’intervista di luglio, Abu Shabab aveva descritto così lo scontro con Hamas (che ora, dopo il cessate il fuoco, controlla nuovamente quasi metà della Striscia): “Non ci faremo attaccare nel nostro territorio. Hamas deve lasciare Gaza, ha fallito e ha commesso crimini contro innocenti, non ultimo l’uccisione e la mutilazione di lavoratori che collaboravano con la fondazione americana”. Quanto all’eventualità di un cessate il fuoco, come poi è avvenuto, aveva escluso l’ipotesi di disarmare: “Non ho paura di niente, Hamas non proverà a invadere le nostre aree”.