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I piani segreti della Germania in caso di attacco russo

(Roma, 28 novembre 2025). Il Wall Street Journal svela il monumentale «Oplan Deu» per uno scenario di guerra nel 2029

Milleduecento pagine frutto di due anni e mezzo di segretissimo lavoro: è il ‘Piano operativo Germania’, redatto dai militari tedeschi per prepararsi a un’eventuale guerra con la Russia. A rivelare i dettagli del monumentale ‘Oplan Deu’, come si chiama in gergo militare, è stato il Wall Street Journal.

Secondo il quotidiano americano, a mettere nero su bianco tutti i dettagli è stata una decina di alti ufficiali che hanno lavorato nella più totale riservatezza nelle stanze della caserma Julius Leber dal febbraio del 2022, quando la Russia ha iniziato l’invasione su vasta scala dell’Ucraina. L’Oplan prevede la mobilitazione anche di 800.000 soldati tedeschi, statunitensi e della Nato verso la linea del fronte orientale. Ci sono mappe dei porti, dei fiumi, delle ferrovie e delle strade che dovrebbero utilizzare, dettagli su rifornimenti e protezione lungo la rotta in territorio tedesco.

Le previsioni sul 2029

Del resto, che la Germania sia strategica per un conflitto con la Russia lo dice la geografia. La Germania si aspetta che la Russia possa attaccare la Nato nel 2029. Ma i tanti episodi di sabotaggio e intrusione dello spazio aereo in Europa, molti dei quali attribuiti a Mosca dall’intelligence occidentale, suggeriscono che potrebbe prepararsi accadere anche prima. Un imminente cessate il fuoco in Ucraina potrebbe paradossalmente essere una cattiva notizia per il resto dell’Europa, con Mosca che avrebbe di nuovo disponibilità delle sue forze per un altro fronte e muovere contro la Nato. Da qui la necessità di prepararsi, con la speranza non solo di respingere nel caso l’offensiva ma soprattutto di prevenirla. Sapendo dei preparativi in corso sul versante Nato, la Russia potrebbe avere remore ad attaccare visto il rischio di sconfitta.

Esercitazioni e criticità

Esercitazioni sono già cominciate. La società Rheinmetall, che di recente ha vinto un appalto da 260 milioni di euro del ministero della Difesa tedesco, ha messo in piedi a tempo di record un accampamento per 500 soldati, con dormitori, 48 cabine doccia, cinque stazioni di servizio, una cucina da campo, sorveglianza dei droni e guardie armate schermate per l’influenza russa e cinese. Sono serviti 14 giorni per montarlo e sette per smontarlo. L’esercizio è servito anche a mettere in evidenza criticità da affrontare. Per esempio, l’accampamento improvvisato non era tutto sullo stesso terreno e dunque ci sono state difficoltà logistiche. Dalla fine della Guerra Fredda, sono state smantellate ovunque strutture potenzialmente a doppio uso, come i campi di atterraggio di emergenza. Non solo. Vi sono secondo i redattori del piano ostacoli burocratici ancora più pericolosi: le norme in materia di appalti, sulla protezione dei dati e altri regolamenti figli di un’epoca di pace. Per andare avanti, si dovrebbe dunque tornare indietro e rinunciare a conquiste che si ritenevano consolidate, come l’abolizione della leva obbligatoria.

Investimenti e riforme

Berlino ci sta lavorando. Il primo passo è stato proprio la reintroduzione della coscrizione, anche se per il momento non forzata. Nel breve termine, migliorare la resilienza significa sfruttare al meglio le reti stradali e ferroviarie esistenti, che necessitano di enormi lavori di ammodernamento. A lungo termine, Berlino punta a spendere 166 miliardi entro il 2029 per le infrastrutture, tra cui oltre 100 miliardi sulle ferrovie a lungo trascurate, e dare priorità alle infrastrutture a duplice uso. E massicci investimenti sulle dotazioni militari dopo anni di disinvestimento nel settore, una strada imboccata già all’indomani dell’invasione dell’Ucraina quando cancelliere tedesco Olaf Scholz annunciò un fondo da 100 miliardi di euro, che non a caso definì un « cambiamento epocale ».

Di Sabrina Bellosi. (AGI)

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