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Yemen : ucciso il numero due degli Houthi, la mano di Israele dietro l’eliminazione

(Roma, 16 ottobre 2025). Gli Houthi hanno comunicato oggi la morte del loro numero due, il capo di Stato Maggiore Mohammed al-Ghamari. Storico membro degli Houthi, al-Ghamari era nato tra il 1979 e il 1984 nel governatorato di Hajjah, sito nel Nord-Ovest dello Yemen e roccaforte dei ribelli sciiti a cui aveva aderito giovanissimo, ricevendo addestramento dalla Quds Force iraniana e dagli Hezbollah libanesi. Capo di Stato maggiore degli Houthi dal 2016, era stato centrale nella guerra civile per programmare la conquista di Sana’a, capitale dello Yemen, e la risposta all’intervento a guida saudita contro il Paese del Sud della penisola arabica.

Il leader militare degli Houthi morto: un simbolo dei ribelli yemeniti

“Al-Ghamari non era solo un comandante militare, ma anche una figura ideologica all’interno di Ansar Allah, il nome ufficiale del gruppo”, nota Israel Hayom, ricordando che dal 2017 era nella lista dei most wanted del Consiglio di Cooperazione del Golfo e che “dallo scoppio della guerra a Gaza, circa due anni fa, al-Ghamari è stato considerato una delle figure chiave dietro gli attacchi degli Houthi alle navi nel Mar Rosso, nonché i lanci di droni e missili balistici contro Israele”.

Il comandante Houthi, secondo in comando dopo il leader del gruppo zaydita Abdul-Malik al-Houthi, era stato preso di mira due volte da Israele nelle sue incursioni contro lo Yemen, a giugno e ad agosto. Due mesi dopo l’ultimo attacco, gli Houthi ne hanno confermato la morte, attaccando lo Stato Ebraico e dichiarandolo “deceduto nel suo impegno per la jihad” senza specificare in che occasione ciò sia successo.

A fine agosto, bombardando Sana’a con gli F-35 e gli F-16 Israele aveva preso di mira l’intera leadership Houthi. Ahmed al-Rahawi, capo del governo del Supremo Consiglio Politico rappresentante l’ala civile dell’amministrazione Houthi che si contrappone al governo legittimamente riconosciuto oggi basato a Aden, era stato ucciso assieme a nove dei suoi ministri. Perdite pesanti per gli Houthi, ma non paragonabili all’annuncio della morte del loro uomo forte militare, figura mitologica per i suoi combattenti e per i sostenitori degli Houthi nello Yemen diviso.

Come è stato ucciso al-Ghamari ?

Ai tempi si disse che al-Ghamari, la cui sorte era incerta, fosse rimasto gravemente ferito. Gli Houthi non hanno dichiarato le circostanze della morte: potrebbe trattarsi di un decesso per le ferite riportate oppure di una morte, in ogni caso violenta (si noti il richiamo al martirio nell’espletamento del jihad), avvenuta in altre circostanze.

Giusto ieri Al Akhbar, quotidiano vicino ad Hezbollah, e l’iraniana Press Tv hanno pubblicato analisi riguardanti le presunte attività del Mossad in Yemen. Il motivo? La presunta volontà di Tel Aviv di regolare i conti con l’ultimo alleato dell’Iran capace di risultare capace di infastidire militarmente Tel Aviv dopo il cessate il fuoco a Gaza.

In difficoltà nel trovare i bersagli fuori Sana’a con tracce termiche e intelligence satellitare e frenata dall’aspra natura dello Yemen, montuoso e in lunghi tratti imprendibile, la leadership di Israele avrebbe deciso per l’infiltrazione di human intelligence in Yemen per favorire raccolta informativa, operazioni coperte, omicidi mirati.

Allarmismo e propaganda? Forse. Ma registriamo che questa notizia è arrivata proprio alla vigilia del giorno in cui stata comunicata la morte del generalissimo degli Houthi su cui i ribelli tengono il riserbo. Un fatto del genere impedisce di escludere ogni opzione per capire come sia stato ucciso al-Ghamari e di constatare il dato di fatto che il cerchio attorno Abdul-Malik al-Houthi si sta stringendo. E che lo Yemen potrebbe essere un teatro sempre più caldo nel prossimo futuro.

Di Andrea Muratore. (Inside Over)

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