(Roma, 13 ottobre 2025). Il presidente Usa al Parlamento israeliano. Alcuni due con il cappellino rosso Maga, ma due lo contestano mostrando la scritta: “Genocidio”. Durante il discorso di 65 minuti si rivolge al presidente Herzog: “Perché non concede la grazia a Bibi ?”
“Questo è un giorno meraviglioso, mai visto un giorno così. La guerra è finita”. Sono le prime parole di Donald Trump appena arrivato alla Knesset, dove è stato accolto in modo trionfale dai parlamentari israeliani. Applausi, standing ovation, grida di entusiasmo durante il discorso al plenum che il tycoon ha tramutato nell’ennesimo show. Alcuni parlamentari indossavano i cappellini rossi stile Maga con la scritta “il presidente della pace”, due lo hanno contestato mostrando un cartello “genocidio”.
Seduto davanti al presidente Usa, il premier Benjamin Netanyahu e i ministri del governo di Israele. “Hamas rispetterà l’accordo e disarmerà”, assicura Trump, ancora prima di prendere la parola all’Assemblea, e poco dopo il rilascio dei 20 ostaggi. “E’ l’alba di un nuovo Medio Oriente, l’attenzione su Gaza deve concentrarsi interamente sul ripristino dei fondamenti della stabilità, della sicurezza, della dignità e dello sviluppo economico, affinché possano finalmente avere la vita migliore che i loro figli meritano », dice il presidente americano.
« Contro ogni pronostico gli Stati Uniti e i Paesi mediatori hanno realizzato l’impossibile e riportato a casa gli ostaggi, è tempo di tradurre queste vittorie contro i terroristi nel premio finale: la pace e la prosperità per il Medio Oriente. Israele ha vinto tutto ciò che si poteva vincere con la forza delle armi. Le nazioni produttive e responsabili di questa regione non dovrebbero essere nemiche ma partner e, alla fine, persino amiche. Anche con l’Iran, il cui regime ha inflitto così tante morti in Medio Oriente, la mano dell’amicizia e della cooperazione è sempre aperta ».
“Senza attacco all’Iran – ammonisce – non saremmo qui. Abbiamo tolto una nuvola da tutto il Medio Oriente. Sarebbe una grande cosa se riuscissimo a fare un accordo con l’Iran”. Trump ricorda l’altra crisi aperta, quella Ucraina: “Ora concentriamoci sulla Russia, risolveremo la situazione”.
Discostandosi dal testo del discorso preparato, Trump – che parla per 65 minuti – si rivolge anche al presidente Herzog per chiedere un intervento a favore di Netanyahu nell’ambito delle inchieste giudiziarie a carico del premier: “Signor presidente, perché non gli concede la grazia? » – dice – « Mi piace questo signore qui, e che ci piaccia o no, questo è stato uno dei più grandi leader in tempo di guerra ». « Sigari e champagne, chi diavolo se ne frega », aggiunge riferendosi all’accusa secondo cui Netanyahu avrebbe ricevuto regali costosi come sigari e champagne da uomini d’affari stranieri.
Prima di presentarsi di fronte al plenum della Knesset, ha voluto firmare il libro degli ospiti, lasciando un messaggio scritto. « Questo è un mio grande onore. Un grande e bel giorno. Un nuovo inizio ».
Sul volo dall’America a bordo dell’Air Force One Trump aveva scherzato: “Non credo che ci sia niente che mi porterà in Paradiso, non sono sicuro di andarci, ma in ogni caso ho reso la vita di molte persone decisamente migliore ».
In un’intervista ad Axios, sempre durante il volo che lo ha portato in Israele questa mattina, aveva aggiunto: “L’accordo di pace per Gaza potrebbe essere la cosa più importante a cui abbia mai preso parte”. E’ entrato anche in dettagli riguardo al cosiddetto “board of peace” che dovrebbe supervisionare l’attuazione della pace: “Mi piace Tony Blair, mi è sempre piaciuto Tony, ma voglio scoprire se è una scelta accettabile per tutti”.
In Israele Trump è accompagnato dalla moglie Melania, dal segretario di Stato Marco Rubio, dal genero Jared Kushner e dal suo inviato speciale in Medio Oriente, Steve Witkoff.
Trump è arrivato a Gerusalemme poco prima delle undici a bordo della Bestia, come è stata ribattezzata la macchina presidenziale blindata. Rompendo il protocollo, ha voluto con sé sull’auto Netanyahu e sua moglie Sara. I due leader sono stati visti parlare animatamente, durante il viaggio verso la Knesset.
Di Fabio Tonacci. (La Repubblica)