(Roma, 05 settembre 2025). Secondo il quotidiano, le autorità di Usa, Israele e delle nazioni arabe starebbero facendo pressione sul Libano perché “agisca in maniera decisiva”
Alcuni funzionari dell’amministrazione Trump avrebbero espresso preoccupazione in merito alla possibilità che il governo libanese possa “tirarsi indietro” da un confronto con il movimento sciita filo-iraniano Hezbollah, mentre il Consiglio dei ministri guidato dal nuovo premier Nawaf Salam si appresta ad esaminare il piano delle Forze armate per il disarmo del gruppo. Lo scrive il “New York Times”, a cui un funzionario statunitense ha aggiunto che la “mancanza di provvedimenti o la presa di mezze misure” sul disarmo del gruppo potrebbe portare il Congresso Usa a tagliare circa 150 milioni di dollari di fondi destinati all’assistenza per le Forze armate di Beirut. Secondo il quotidiano, le autorità di Usa, Israele e delle nazioni arabe starebbero facendo pressione sul Libano perché “agisca in maniera decisiva”, senza “farsi intimidire dalle minacce” di Hezbollah.
L’esecutivo di Beirut si è finora mostrato determinato a ripristinare il monopolio statale sulle armi, dopo che il Consiglio dei ministri ha approvato il 5 agosto gli obiettivi del documento presentato dall’inviato di Washington Thomas Barrack. Tra questi, c’è la decisione di completare il disarmo delle milizie presenti nel Paese, a cominciare da Hezbollah. Il segretario generale del gruppo, Naim Qassem, ha ribadito più volte che il movimento non ha intenzione di rinunciare alle proprie armi e ha accusato il governo libanese di aver preso la decisione sbagliata in risposta alle imposizioni statunitensi e israeliane. Il leader, intervenendo durante una cerimonia in memoria del religioso Ali al Musawi, ha affermato che “chiunque voglia disarmarci, significa che vuole toglierci l’anima, e allora il mondo vedrà di che pasta siamo fatti”.
La proposta di budget annuale presentata dalla Casa Bianca non include il rinnovo dei 150 milioni stanziati per l’assistenza alle Forze armate libanesi. Alcuni esperti e funzionari sentiti dal “New York Times” hanno affermato però che il Congresso “ricompenserebbe” un piano “serio” per il disarmo di Hezbollah con “quantitativi significativi di finanziamenti per equipaggiamenti e per i salari” dei militari. Un funzionario dell’amministrazione Trump, interpellato dal quotidiano, ha precisato che “ulteriori ritardi” nell’attuazione di un piano potrebbero “avere l’effetto opposto”. Il rischio più grande, hanno aggiunto le fonti, sarebbe quello di portare Israele “alla conclusione di dover finire il lavoro”.