(Roma, Parigi, 12 agosto 2025). Le uccisioni, riferiscono fonti locali citate dal quotidiano « Sudan Tribune », sono avvenute mentre in città erano in corso pesanti combattimenti tra l’esercito sudanese e i movimenti armati alleati contro le RSF
Almeno 40 persone sono morte e altre 19 sono rimaste ferite in un attacco delle Forze di supporto rapido (Rsf) sudanesi nel campo profughi di Abu Shouk a El Fasher, capitale dello Stato sudanese del Darfur settentrionale, sotto assedio da oltre un anno da parte delle Rsf. Le uccisioni, riferiscono fonti locali citate dal quotidiano “Sudan Tribune”, sono avvenute mentre in città erano in corso pesanti combattimenti tra l’esercito sudanese e i movimenti armati alleati contro le Rsf. L’esercito ha successivamente dichiarato di aver respinto l’attacco. “Oggi sono state uccise più di 40 persone, tra proiettili vaganti e l’eliminazione diretta dei cittadini nelle loro case e per strada”, ha dichiarato in una nota il gruppo di volontari del pronto soccorso del campo di Abu Shouk. Nella dichiarazione si afferma che le Rsf sono entrate nel campo da nord dopo aver lanciato attacchi nella città, commettendo “violazioni diffuse contro i civili, tra cui esecuzioni sommarie”. Il campo è stato ripetutamente preso di mira da bombardamenti di artiglieria e attacchi con droni, che i residenti attribuiscono alle Rsf, con l’uccisione di decine di civili e il danneggiamento di infrastrutture essenziali come fonti d’acqua e centri sanitari.
Nel frattempo l’esercito sudanese e i gruppi armati alleati hanno dichiarato di aver respinto un massiccio attacco su più fronti da parte delle Rsf paramilitari contro El Fasher, l’ultima roccaforte dell’esercito nella regione del Darfur. L’assalto ha segnato un’escalation dopo settimane di relativa calma nei combattimenti terrestri, durante le quali la città assediata ha continuato a subire attacchi di artiglieria e droni delle Rsf che hanno causato decine di vittime civili, affermano residenti e gruppi locali. Secondo fonti e funzionari locali citati dal “Sudan Tribune”, i combattimenti sono iniziati con pesanti bombardamenti delle Rsf su obiettivi in tutta la città, tra cui il quartier generale della sesta divisione di fanteria dell’esercito e il campo di Abu Shouk, seguiti da un attacco di terra su tre fronti. Un portavoce della forza congiunta alleata con l’esercito ha affermato che le Rsf hanno subito gravi perdite, con oltre 200 combattenti uccisi e oltre 46 veicoli da combattimento distrutti o catturati. Il governatore del Darfur, Minni Arko Minawi, alleato dell’esercito, ha dichiarato su X che l’attacco è stato respinto con successo e ha accusato le Rsf, da lui definite “milizie Janjaweed” (i cosiddetti “demoni a cavallo” che combatterono nel conflitto del Darfur) di aver affamato i civili “nel silenzio del mondo”. El Fasher è l’ultima grande città della vasta regione del Darfur a non essere ancora sotto il controllo delle RSF.