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Africa Corps : Touareg e Jihad, il Mali del post-Wagner

(Roma, 27 luglio 2025). Chi di mestiere fa marketing, lo sa: e’ tutta questione di archetipi. Ci sono “i buoni”, ci sono “i cattivi”, una foresta oscura da attraversare, un lieto fine da inseguire. Cosi funzionano la pubblicità, la comunicazione, e anche la politica. C’e’ il buon presidente, il buon soldato, il cattivo nemico che minaccia il popolo innocente, il quale sarà salvato dalle armate dei “buoni”. Chi di mestiere fa la guerra, invece, sa che le zone grigie sono le uniche in cui si muove la storia, che “i cattivi” sono spesso gli unici sul campo e che il premio finale, quasi sempre, ha un prezzo troppo alto per la popolazione.

Mali, ultimo giorno di luglio 2024, un villaggio al confine con la Mauritania. Pick-up, blindati e facce fin troppo note emergono dalla sabbia: sono russi, e sono qui per cercare cellule appartenenti alla Jihad. Voila’ la Wagner, la PMC ibrida non del tutto al servizio del GRU, il Ministero della Difesa di Mosca, ma non del tutto indipendente, che dal 2017 sta mutando gli equilibri africani operando nei Paesi un tempo parte della Françafrique (cfr articolo Inside Over sulla Francafrique e la Russiafrique). E’ questione di pochi minuti: un gruppo di uomini del villaggio viene caricato a bordo dei veicoli, per essere scaricato nel campo di detenzione di Nampala.

Centri di detenzione e tortura

E’ Nampala, ma potrebbe essere Bafo, Sofara, Sévaré, Niafounké, Kidal: campi di detenzione – per usare un eufemismo – gestiti dal 2022 dal Gruppo Wagner in territorio maliano, analizzati in una recente inchiesta a cura di Le Monde e  Forbidden Stories (cfr Le Monde, n. 25022, 13 Giugno 2025). Nei campi gli uomini vengono spogliati, malmenati, variamente soffocati e sottoposti a trattamenti tutt’altro che previsti dalla Convenzione di Ginevra. Tutti verranno rilasciati, in quanto palesemente non jihadisti, ma normali padri di famiglia. Liberati dalle celle, ma non dai traumi fisici e psicologici che probabilmente li accompagneranno per il resto della vita. Devono anche ritenersi amaramente fortunati: secondo l’ONU a Moura, nel 2022, si é registrato il massacro sistematico di almeno 500 persone (inclusi donne e bambini), senza possibilita’ di appello, da parte di Wagner e esercito maliano. Lo scopo ? Sempre lo stesso: stanare la Jihad e/o gli indipendentisti Touareg.

Il Sahel dei buoni e dei cattivi.

Il Mali, come la vicina Mauritania, ha in se’ una porzione di Sahel: una striscia che si estende dall’Atlantico al Mar Rosso e si divide in Sahel sahariano e subsahariano (cfr articolo Inside Over su Sahel, Algeria e Wagner). La zona subsahariana in particolare e’ agitata da tensioni sanguinose e violente i cui contendenti sono governi locali, Jihad, indipendentisti Touareg, Russia. Chi sta con chi? Nel caso del Mali, il gruppo Wagner ha supportato e addestrato l’esercito maliano nell’organizzazione interna, nella logistica e nell’addestramento militare volto a contrastare gli attacchi di Jihadisti e Touareg. Chi sono “i buoni”? O piuttosto: ci sono buoni ?

Via dal Mali: gli Africa Corps

In una strategia all’incrocio tra semplice rebranding e riorganizzazione delle risorse, il gruppo Wagner lascia ufficialmente il Mali la prima settimana di giugno 2025. Le truppe governative maliane sono ora affiancate dagli Africa Corps. In molti casi si tratta semplicemente di membri della Wagner che si sono sfilati la giubba con i teschi e hanno indossato le insegne dei Corps – un banale cambio di logo – e restano quel che erano, mentre altri membri si aggiungono, provenienti da realta’ piu’ istituzionali. La vera differenza sta nel lato burocratico-organizzativo: gli Africa Corps sono infatti ufficialmente collegati al GRU di Mosca, percio’ tenuti ad un diverso assetto economico, organizzativo e… di condotta verso i civili.

Il ritorno dei Touareg dell’FLA

Meno di una settimana dall’esodo della Wagner, e in Francia – Paese legatissimo alle proprie ex colonie, in cui le notizie d’Africa giungono anche a favore dei francesi di seconda generazione – gia’ si annunciavano le perdite in seno agli Africa Corps e all’esercito maliano (Le Monde: Au Mali, les paramilitaires russes d’Africa Corps se déploient et subissent leur premiere défaite, 13 Giugno 2025). Il Fronte di Liberazione dell’Azawad (FLA), movimento indipendentista a dominanza Touareg, fiaccato ma mai sconfitto dagli anni di dominazione della Wagner, ha approfittato del momento di riorganizzazione per sferrare un duro colpo alle truppe russe ad una quarantina di chilometri a sud di Aguelhok. La situazione ad oggi non sembra normalizzata, e il passaggio di consegne tra PMC e Corps si sta rivelando tutt’altro che facile. Si puo’ solo immaginare lo stato della popolazione civile, fiaccata da anni di instabilita’ e angherie subite da uno o dall’altro contendente.  In questo contesto, viene da chiedersi – anche ora, amaramente – se esista ancora la speranza che un giorno la Françafrique possa scegliere i propri “buoni”.

Di Claudia Belardi. (Inside Over)

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