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Emirati Arabi Uniti, Giordania e Gran Bretagna pronti a forniture aeree aiuti per Gaza

(Roma, 26 luglio 2025). L’iniziativa è parte di un accordo trilaterale che include anche pressioni per un cessate il fuoco e una soluzione a due Stati

Dopo il via libera dato ieri da Israele, doversi Paesi sono in lizza per la ripresa dei lanci di aiuti umanitari su Gaza. A quanto riporta la stampa israeliana, il nullaosta iniziale delle autorità israeliane riguarda Emirati Arabi Uniti e Giordania. Ma allo sforzo di potrebbe unire anche la Gran Bretagna.

« La notizia che Israele consentirà ai paesi di far cadere gli aiuti a Gaza è arrivata troppo tardi, ma faremo tutto il possibile per fornire aiuti anche in questo modo », ha spiegato il premier Keir Starmer, a quanto riporta la stampa britannica.

« La catastrofe umanitaria a Gaza deve finire ora »: a lanciare l’appello è il primo ministro britannico Keir Starmer in un articolo pubblicato sul Daily Mirror. Il leader britannico ha scritto che « le immagini di fame e disperazione a Gaza sono assolutamente terrificanti », chiedendo un’azione immediata per porre fine alla crisi umanitaria a Gaza.

« La negazione degli aiuti umanitari al popolo palestinese – a bambini e neonati – è del tutto ingiustificabile », ha sottolineato Starmer. Ha affermato, inoltre, che gli aiuti umanitari stanziati dal governo britannico per aiutare i palestinesi non sono stati inviati a Gaza, quindi il governo sta intensificando il suo intervento.

« La notizia che Israele permetterà ai paesi di lanciare aiuti aerei a Gaza è arrivata troppo tardi, ma faremo tutto il possibile per far arrivare gli aiuti attraverso questa via », ha scritto, aggiungendo che i funzionari britannici stanno lavorando urgentemente con le autorità giordane per far arrivare gli aiuti sugli aerei e a Gaza. Ha aggiunto, infine, che il suo governo sta anche accelerando gli sforzi per evacuare da Gaza i bambini che necessitano di assistenza medica critica e portarli nel Regno Unito per curarli.

Il Regno Unito intende lavorare con i partner per organizzare lanci di aiuti umanitari su Gaza. A riferirlo è stato l’ufficio di Keir Starmer dopo una conversazione telefonica con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Friedrich Merz. « Il primo ministro ha spiegato che il Regno Unito attuerà piani per lavorare con partner come la Giordania alla consegna di aiuti per via aerea e al trasferimento di bambini che necessitino di cure », ha detto riferito il portavoce di Downing Street in una dichiarazione.

Le critiche di Lazzarini (UNRWA)

I lanci di aiuti umanitari da aerei « non risolveranno la crescente carestia » a Gaza. Ne è certo il commissario generale dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), Philippe Lazzarini, che anzi mette in guardia sui rischi legati a queste operazioni.

« Sono costose, inefficienti e possono persino uccidere civili affamati », ha avvertito in un post su X. « È una distrazione e un effetto schermo », ha insistito.

C’è un solo modo per risolvere la crisi: « Togliere l’assedio, aprire i valichi e garantire spostamenti sicuri e un accesso dignitoso alle persone in difficoltà », ha assicurato, e « consentire all’Onu, incluso UNRWA, e ai nostri partner di operare su larga scala e senza ostacoli burocratici o politici ». L’UNRWA, ha spiegato, ha « l’equivalente di 6.000 camion in Giordania e in Egitto in attesa del via libera per entrare a Gaza. Far passare l’assistenza è molto più facile, più efficace, più veloce, più economico e più sicuro ».

Non solo. « I lanci aerei non impediranno la deviazione degli aiuti, un’assistenza umanitaria basata sui principi si' ». E poi, ha ricordato Lazzarini, « l’ultimo rapporto dell’Usaid conferma che non esiste alcun cosiddetto ‘dirottamento sistematico’ degli aiuti forniti dalla comunità umanitaria a Gaza ».

(AGI)

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