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Donald Trump anti-Putin. Cosa c’è dietro

(Roma, 25 luglio 2025). Le politiche della prima amministrazione Trump sono state molto efficaci nel contenere Putin e nell’imporre costi reali per la sua occupazione della Crimea e dei territori dell’Ucraina orientale

L’annuncio del presidente Trump che gli Stati Uniti e gli alleati della Nato invieranno nuove armi all’Ucraina rappresenta una dimostrazione cruciale della solidarietà transatlantica. Dopo aver dato a Vladimir Putin ogni opportunità di perseguire la pace, Trump ha dimostrato come ha fatto con i recenti attacchi all’Iran che la sua pazienza diplomatica ha dei limiti e che l’impegno dell’America per la sicurezza europea rimane forte.

L’approccio dell’amministrazione si basa sulle politiche di «pace attraverso la forza» che si sono dimostrate efficaci durante il primo mandato di Trump, quando ricoprivo la carica di direttore della CIA e Segretario di Stato. Queste misure hanno rafforzato l’alleanza occidentale, scoraggiato l’aggressione e tenuto le nostre forze fuori dal conflitto diretto, promuovendo al contempo la sicurezza globale.

Vale la pena ricordare che le politiche della prima amministrazione Trump sono state molto efficaci nel contenere Putin e nell’imporre costi reali per la sua occupazione della Crimea e dei territori dell’Ucraina orientale, terre invase e illegalmente conquistate durante la presidenza Obama. Le severe sanzioni e le pressioni economiche applicate durante il primo mandato di Trump hanno limitato le azioni del Cremlino e protetto gli interessi europei.

Lo schema è chiaro: Putin non ha invaso l’Ucraina durante il primo mandato di Trump, ma lo ha fatto sotto Obama nel 2014 e sotto Biden nel 2022. In entrambi i casi, Putin ha calcolato correttamente che quelle amministrazioni erano tutte chiacchiere e niente fatti quando si trattava di esercitare il potere americano.

Questo fallimento nella deterrenza è stato devastante per la credibilità occidentale. Ma con i recenti attacchi di Trump contro l’Iran, il presidente sta ripristinando quella risorsa vitale. Mantenendo la linea contro Putin e chiarendo che continuare la sua guerra contro l’Ucraina sarà devastante per gli interessi russi, l’America sta inviando un messaggio più ampio agli avversari di tutto il mondo: l’Occidente è impegnato a difendere i propri valori e interessi.

Nel mio Paese alcuni hanno messo in discussione il motivo per cui la guerra in Ucraina dovrebbe interessare gli americani, o addirittura perché la sicurezza europea in generale dovrebbe essere una nostra preoccupazione. Questo modo di pensare dà per scontati gli straordinari risultati raggiunti dall’architettura economica e di sicurezza transatlantica del Dopoguerra. L’ordine internazionale che ha portato a una pace e a una prosperità senza precedenti dipende dalla difesa del principio secondo cui i confini non possono essere modificati con la forza. Una guerra terrestre in Europa minaccia questi risultati ottenuti con tanta fatica, e accettare la conquista dell’Ucraina invoglierebbe all’aggressione ovunque.

Siamo chiari: l’America non può e non deve assumersi questa responsabilità da sola. Riconoscere il valore strategico delle relazioni continuative tra l’America e l’Europa non significa che dobbiamo accettare una situazione in cui troppi dei nostri alleati della Nato non fanno la loro parte uno status quo che ha prevalso fino a poco tempo fa.

Durante il mio mandato come Segretario di Stato, ho lavorato con il presidente Trump per convincere i nostri partner che questo disimpegno era impraticabile e pericoloso; e, purtroppo, l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin nel 2022 ci ha dato ragione. Quella guerra ha suonato un brutale campanello d’allarme, mostrando ai Paesi negligenti la necessità di aumentare gli investimenti nella Difesa. Oggi, 22 dei 32 Paesi membri della Nato raggiungono o superano il precedente obiettivo del 2% del Pil per la spesa nella Difesa, e il mese scorso l’alleanza ha fatto storia con l’impegno a raggiungere una soglia del 5% entro il 2035. I leader europei dovranno agire rapidamente per raggiungere questo obiettivo ambizioso e necessario.

L’architettura di sicurezza che ha protetto l’Europa occidentale per quasi otto decenni e che ha permesso l’incredibile trasformazione dei Paesi dell’ex blocco orientale dopo il crollo del comunismo dipende dal mantenimento del principio secondo cui la sovranità è importante. Pechino sa che una vittoria dell’Ucraina rafforzerebbe l’Occidente, un risultato che ha tutto l’interesse a impedire. Se gli Stati Uniti e gli alleati europei consentissero alla Russia di rivendicare la vittoria, di fatto segnaleremmo alla Cina che un’aggressione simile nel Pacifico, compresa una possibile invasione di Taiwan, avrebbe conseguenze minime.

L’Alleanza transatlantica rimane fondamentale sia per gli interessi americani, sia per quelli europei.

Mike Pompeo. (Il Giornale)

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