(Roma, 30 giugno 2025). Un funzionario israeliano di alto livello al quotidiano The Times of Israel: « Anche se dovessero raggiungere un’intesa, non ci ritireremo dal Monte Hermon siriano, né dalle Alture del Golan »
Israele e la Siria stanno tenendo “colloqui avanzati” su un accordo bilaterale, incentrati sul coordinamento delle questioni di sicurezza. Lo ha dichiarato un funzionario israeliano di alto livello al quotidiano “The Times of Israel”, spiegando di non avere informazioni su quando e se verrà raggiunto un accordo di normalizzazione completa tra i due Stati. Inoltre, la stessa fonte ha spiegato che “per ora non c’è nulla di concreto”. “C’è assolutamente l’aspirazione di espandere gli Accordi di Abramo (accordi di normalizzazione delle relazioni tra i Paesi arabi e Israele) e non è un segreto che vogliamo vedere la Siria farne parte”, ha proseguito il funzionario, aggiungendo che “potrebbe esserci un’opportunità”. Tuttavia, secondo la stessa fonte, anche se Siria e Israele dovessero raggiungere un accordo, “non ci ritireremo dal (Monte) Hermon siriano, né dalle Alture del Golan”. Il presidente siriano, Ahmed al Sharaa, “sembra essere sulla strada giusta per cercare di stabilire un qualche tipo di governo che tragga beneficio dall’economia e dagli investimenti, ma non si sa mai. Siamo molto attenti, molto prudenti”, ha aggiunto la fonte citata da “The Times of Israel”.
Il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar : «Pronti alla normalizzazione con Siria e Libano»
Poche ore fa, il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha dichiarato l’interesse di Israele “ad ampliare il cerchio di pace e normalizzazione degli Accordi di Abramo”, con Libano e Siria. In un eventuale accordo di pace con la Siria, ha spiegato il ministro, “le alture del Golan rimarranno parte dello Stato di Israele”, poiché Israele le ha annesse “più di 40 anni fa”.
Nello stesso colloquio, Sa’ar ha dichiarato poi di essere “seriamente intenzionato a raggiungere un accordo sugli ostaggi e un cessate il fuoco a Gaza” e ha invitato l’Europa a sostenere la proposta di una tregua dell’inviato speciale statunitense Steve Witkoff, al fine di “frantumare le illusioni” del gruppo islamista palestinese Hamas. Tuttavia, secondo il ministro israeliano, ci sono “notevoli divari tra le condizioni delle due parti”. “Hamas si appropria degli aiuti” e questo “fa sì che la guerra continui all’infinito”, ha dichiarato il ministro, elogiando inoltre il lavoro della Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta da Stati Uniti e Israele, per l’aiuto diretto fornito ai civili di Gaza.