(Roma, 24 giugno 2025). Il presidente USA vola all’Aja dopo giorni di incertezza. Subito tensioni sull’Alleanza, spese militari e Ucraina
È salito sull’Air Force One direzione L’Aja e non era scontato. Fino all’ultimo si erano rincorse voci che Trump avrebbe potuto saltare il vertice Nato così come aveva abbandonato il G7 pochi giorni fa. Per le organizzazioni internazionali non ha un grande trasporto.
Il messaggio di Rutte
Forse a convincerlo definitivamente è un messaggio pieno di adulazione del segretario Nato Rutte che Trump non si fa problemi a rendere pubblico: sei il più grande, hai ottenuto quello che nessun altro presidente americano aveva mai avuto, l’Europa pagherà tanto ed è una tua vittoria. Un’arma che con Trump è quasi infallibile.
La « minaccia » di Trump
Lui nel frattempo comincia già a seminare il panico. L’articolo 5 del trattato dell’Alleanza, quello che garantisce l’aiuto di tutti a un Paese che venga attaccato, invocato finora solo dagli USA dopo l’11 settembre. Ebbene su quell’articolo, dice Trump, ci sono diverse interpretazioni. Insomma, non date per scontato l’arrivo della cavalleria americana.
L’aumento al 5%
Ed è ora di iniziare ad aprire i portafogli. Altro che due per cento del PIL in spese militari, obiettivo fissato dopo l’invasione russa della Crimea e largamente ignorato poi da quasi tutti per anni: l’Italia non ci è ancora arrivata.
Da quando è tornato alla Casa Bianca Trump ha rilanciato, adesso vuole il 5 per cento – per gli altri, non per gli USA che resterebbero sull’attuale 3,4 – montagna ancora più alta da scalare, specie per Paesi ad alto debito ed alto deficit.
Roma, come altre capitali, ha trattato con Rutte. Il compromesso uscito è un 3,5 per cento da raggiungere in dieci anni, riservato a spese “vere” per la difesa – soldati e armi, insomma – e un 1,5 per cento che invece si darà praticamente per acquisito, visto che i governi potranno inserirci di tutto sotto l’insegna del cosiddetto “dual use”: dalle infrastrutture alla cybersicurezza.
A minare il compromesso però è arrivata all’ultimo momento la Spagna di Pedro Sánchez: il 5 per cento è irrealizzabile, per raggiungere quel che la Nato ci chiede a noi basterà spendere il 2,1.
Rutte ha dovuto dare via libera cercando di minimizzare, tra i mugugni di alcuni dei partner e sperando che Trump non ne faccia un punto d’onore.
Zelensky invitato alla cena dei leader
Alla cena – ma non alla sessione di domani, il cuore di questo vertice – è stato invitato Volodymyr Zelensky. Gli europei ribadiscono il sostegno all’Ucraina, vorrebbero l’appoggio USA a nuove sanzioni alla Russia che si stanno preparando. Il presidente ucraino, dopo il mancato incontro al G7 canadese, ha strappato a Trump un sì per un faccia a faccia domani. Visti i precedenti, qui ci si prepara a qualsiasi evenienza.
Di Gabriella Caimi. (TG LA7)