(Roma, 03 giugno 2025). Il corpo di padre Paolo Dall’Oglio sarebbe stato ritrovato in una fossa comune in Siria. Ad annunciarlo è stato Oggi: “Il cadavere di un uomo in abiti religiosi che si ritiene possa essere quello di padre Paolo Dall’Oglio – scrive il settimanale – è stato ritrovato in una fossa comune nei pressi di Raqqa”, in quella che era la “capitale” dell’autoproclamato califfato di Abu Bakr al-Baghdadi. La notizia del possibile ritrovamento è stata confermata ad Oggi dal nunzio apostolico a Damasco cardinal Mario Zenari: “Sono stato informato ieri sera”, ha dichiarato l’ambasciatore della Santa Sede. Il cardinale ha precisato che le indicazioni sulla località del ritrovamento e sull’identificazione del gesuita non sono ancora precise: “Abbiamo contattato i gesuiti presenti sul territorio ma non siamo ancora riusciti ad avere conferma”.
Il gesuita romano era scomparso il 29 luglio 2013 nel Nord della Siria all’epoca occupato dallo Stato Islamico, dove si era recato per trattare la liberazione di alcuni ostaggi. Il sacerdote era da sempre contrario al regime di Damasco tanto che fu espulso nel 2012. Ma era rientrato nel Paese attraverso il Kurdistan iracheno. Il rapimento non è mai stato rivendicato e di lui non si sono mai avute più notizie, anche se in passato sono circolate voci mai confermate sulla sua prigionia in un carcere di Daesh nella provincia di Aleppo e anche sulla sua morte.
Nato a Romano, il sacerdote ha passato metà della sua vita in Siria, a Deir Mar Musa, dove ha fondato una comunità monastica dedita al dialogo interreligioso. Nel giugno 2012, il gesuita fu espulso dal governo di Bashar al-Assad per aver incontrato membri dell’opposizione e criticato le azioni del regime nella guerra siriana. Per qualche mese si trasferì nel Kurdistan iracheno, da dove rientrò in Siria qualche mese dopo, prima di essere rapito.
“In questi anni ci sono state spesso fake news, questa per me non è una notizia vera – dice Francesca Dall’Oglio, sorella del sacerdote, a Rainews 24 -. Si parla di un corpo con abiti religiosi ma mio fratello aveva abiti civili”.