(Roma, 11 maggio 2025). L’ambasciatore USA in Israele nega l’appoggio al riconoscimento della Palestina. Cresce l’emergenza umanitaria a Gaza
« Questa notizia è una sciocchezza, Israele non ha un amico migliore del presidente americano… » È l’ambasciatore statunitense in Israele, Mike Huckabee, a smentire la notizia che Donald Trump sarebbe favorevole al riconoscimento dello Stato della Palestina.
La missione di Trump in Medioriente
La smentita arriva 48 ore prima del viaggio del presidente Usa in Medioriente. Una missione di grande peso in una regione che sta vivendo forte instabilità.
Trump, che farà tappa in Qatar, negli Emirati Arabi e in Arabia Saudita, dovrebbe incontrare alcuni tra i leader dell’area: dal presidente libanese Aoun, al presidente siriano Al-Sharaa, al principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.
Trump non incontrerà Netanyahu
Nel suo viaggio Trump non incontrerà il premier israeliano Netanyahu. Le ragioni le ha spiegate l’ambasciatore Huckabee, sottolineando che non è indicativo di un deterioramento delle relazioni tra Washington e Gerusalemme. Nessuna frizione tra Washington e Tel Aviv anche per quanto riguarda la minaccia iraniana. « Israele – ha spiegato l’ambasciatore statunitense – ha il diritto di fare ciò che deve fare ».
Programma nucleare Iran
Una delegazione iraniana oggi è in Oman per i colloqui sul programma nucleare che Teheran ha già detto di non volere ridurre.
« L’arricchimento dell’uranio è un diritto dell’Iran, che non intende rinunciarvi » ha dichiarato il ministro degli Esteri.
L’incontro con Abu Mazen
Nel programma di Trump resta confermato invece l’incontro con il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese. Abu Mazen, ieri ospite di Putin al Cremlino, avrebbe detto al presidente russo che non dovrebbe essere consentito agli americani e ad altri stranieri di controllare Gaza.
L’esercito israeliano continua a bombardare Gaza
Nella Striscia, dove l’esercito israeliano ha ripreso la sua offensiva contro Hamas – che ieri ha mostrato un video con due ostaggi ancora in vita – un raid dell’aviazione sul campo profughi di Khan Younis ha provocato la morte di otto civili: tra questi anche quattro bambini e due donne.
Il dramma dei civili a Gaza
La situazione per la popolazione civile diventa ogni giorno sempre più drammatica. Asmaa è là, madre di un bambino malato: « Non c’è cibo, non c’è niente. Non c’è niente negli ospedali. Non c’è nulla da dare ai pazienti o ai bambini… »
Salwa ha una sorella malata: « Ieri ho potuto darle mezzo biscotto. Ne ha mangiato metà a cena… Che Dio punisca coloro che vedono il nostro dolore e rimangono in silenzio. »
Di Fabio Mario Angelicchio. (TG LA7)