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«Donald Trump interrompe i contatti con Benyamin Netanyahu» : lo scontro dietro le quinte

(Roma, 09 maggio 2025). La totale mancanza di volontà, da parte del premier Benjamin Netanyahu, di voler porre fine alla crisi in Medio Oriente e nella Striscia di Gaza o comunque sedersi attorno a un tavolo per discutere una nuova tregua, avrebbe spazientito il presidente Usa, Donald Trump, che secondo quanto riportato da diverse indiscrezioni apparse sui media israeliani e statunitensi, avrebbe addirittura posto fine alle comunicazioni dirette con Bibi. Un retroscena che ci racconta, ancora una volta, di quanto il rapporto tra Trump e Bibi, da quando il tycoon è tornato alla Casa Bianca, sia meno solido e roseo di quanto si pensi, nonostante il supporto incondizionato che gli Stati Uniti hanno fornito a Israele in termini diplomatici e di assistenza militare (sia con Biden che con The Donald, va detto).

Trump taglia i contatti con Netanyahu

Il rapporto tra i due leader si sarebbe incrinato a tal punto che, secondo quanto riportato dal corrispondente di Radio dell’Esercito Israeliano, Yanir Cozin, Trump avrebbe interrotto i contatti diretti con il primo ministro israeliano. La decisione deriva dalla convinzione di Trump che Netanyahu lo stia manipolando: a peggiorare la situazione, il comportamento, giudicato “poco costruttivo” dall’amministrazione Usa, del ministro israeliano per gli Affari Strategici, Ron Dermer. “Non c’è nulla che Trump odi di più dell’essere dipinto come qualcuno che viene manipolato” afferma una fonte a conoscenza degli attriti tra Trump e Bibi.

Gli Stati Uniti, inoltre, sono insoddisfatti del comportamento del governo Netanyahu, che si è rivelato incapace di presentare piani concreti su questioni regionali cruciali, come l’Iran e gli Houthi dello Yemen. Cozin ha evidenziato che il governo israeliano non è riuscito a proporre una strategia chiara per Gaza, alimentando ulteriormente il malcontento di Trump.

Pressioni su Israele per firmare la tregua con Hamas

Haaretz riporta che l’amministrazione Trump sta esercitando una forte pressione su Israele affinché raggiunga un accordo con Hamas prima della visita regionale del presidente, prevista per il 13 maggio 2025. Gli Stati Uniti hanno avvertito Israele che, in caso di mancata collaborazione con gli sforzi americani per un accordo, potrebbe ritrovarsi isolato.

Steve Witkoff, inviato speciale della Casa Bianca, avrebbe detto alle famiglie degli ostaggi che la pressione militare mette a rischio i prigionieri e che Trump è determinato a perseguire un importante accordo con l’Arabia Saudita, con o senza il coinvolgimento di Israele. Un alto funzionario della sicurezza israeliana ha dichiarato che un’eventuale espansione delle operazioni a Gaza sarà posticipata fino al termine della visita di Trump e verrà avviata solo in caso di fallimento delle negoziazioni per gli ostaggi, con piani per un’azione di grande forza.

La strada per un accordo, tuttavia, appare in salita. Secondo il quotidiano in lingua ebraica Israel Hayom, che cita due fonti vicine al presidente, Trump è deluso da Netanyahu. In conversazioni a porte chiuse, il presidente ha dichiarato di voler perseguire i suoi obiettivi in Medio Oriente senza attendere Israele. Trump ha capito che senza la guerra il destino di Netanyahu è segnato ma, dal canto suo, deve necessariamente incassare un successo diplomatico viste le grandi difficoltà riscontrate nei negoziati sulla guerra in Ucraina.

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Di Roberto Vivaldelli. (Inside Over)

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