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India-Pakistan : si alzano venti di guerra, il Kashmir riaccende l’incubo del conflitto

(Roma, 24 aprile 2025). L’India ha lanciato un appello all’unità politica interna dopo un sanguinoso attentato nel Kashmir indiano che ha causato la morte di 26 civili, in prevalenza turisti. Il governo, guidato dal Bharatiya Janata Party (BJP) del premier Narendra Modi, ha convocato una riunione straordinaria con i leader di tutti i partiti per fare fronte comune in un momento di grave instabilità. Secondo fonti citate dal quotidiano «The Hindu», i ministri dell’Interno e della Difesa, Amit Shah e Rajnath Singh, stanno cercando il sostegno delle principali forze politiche, incluso il Congresso (INC), che aveva sollecitato l’incontro chiedendo coesione nazionale. Il leader dell’opposizione Mallikarjun Kharge ha sottolineato la necessità di una risposta condivisa.

L’attacco, avvenuto nei pressi della località turistica di Pahalgam, ha scosso profondamente l’opinione pubblica e portato Nuova Delhi a reagire con dure misure diplomatiche e politiche nei confronti del Pakistan, ritenuto complice o responsabile del supporto ai terroristi. Le autorità indiane hanno sospeso il trattato bilaterale sulle acque del fiume Indo, chiuso il valico di Attari, bloccato l’emissione di visti per cittadini pakistani e ordinato a quelli già presenti in India di lasciare il Paese entro fine aprile. Il premier Modi ha promesso che i responsabili dell’attacco saranno perseguiti ovunque si trovino, definendo l’evento “un crimine contro civili innocenti” e accusando Islamabad di sostenere il terrorismo transfrontaliero. In un discorso tenuto nello stato del Bihar, ha dichiarato che l’India “inseguirà i colpevoli fino ai confini del mondo”.

Islamabad ha reagito con durezza. Il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif ha convocato il Comitato per la sicurezza nazionale, affermando che qualsiasi tentativo indiano di interrompere il flusso delle acque dell’Indo sarà considerato un “atto di guerra”. Il Pakistan ha inoltre espulso diversi funzionari militari indiani, revocato i visti ai cittadini indiani – fatta eccezione per i pellegrini sikh – e sospeso il traffico commerciale e aereo con l’India. L’episodio di Pahalgam è stato definito il più grave attacco contro civili nella regione contesa dal 2000, quando un’azione armata simile costò la vita a 36 persone. La tensione tra le due potenze nucleari non era così alta dal 2019, anno dell’attentato suicida a un convoglio della polizia che uccise 42 agenti indiani. Da oltre sette decenni, il Kashmir è al centro di una disputa territoriale mai risolta tra India e Pakistan, entrambi rivendicanti la sovranità dell’area. La crisi sembra arrivata ad un punto di non ritorno e si teme il peggio.

(Il Tempo)

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