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«Possibile attacco di terra contro gli Houthi» : perché può scoppiare una nuova guerra

(Roma, 19 aprile 2025). Le forze del governo riconosciuto a livello internazionale starebbero pianificando di attaccare il porto di Hodeida con il supporto degli USA

Mentre a Roma si svolgono i negoziati tra Usa e Iran sul nucleare, uno dei proxy della Repubblica islamica in Medio Oriente potrebbe presto subire un duro colpo, riducendo ulteriormente la forza del cosiddetto “asse della Resistenza” già decimato da Israele. Secondo quanto riferito dal quotidiano del Qatar al Arabi al Jadeed, negli ultimi giorni il governo regolare dello Yemen, riconosciuto a livello internazionale, ha condotto una serie di “intensi colloqui” con gli Usa e altri Paesi, tra cui il Regno Unito, per organizzare un’operazione di terra contro i ribelli.

L’azione dovrebbe essere condotta dall’esercito regolare della nazione araba, con l’appoggio statunitense, e l’obiettivo sarebbe la conquista di Hodeida, città portuale che si affaccia sul Mar Rosso. Proprio in questa zona, secondo il giornale saudita Asharq Al-Awsat, gli Houthi avrebbero iniziato a disseminare il terreno di mine. Nel frattempo, diversi Paesi arabi avrebbero avviato contatti diplomatici per il timore che una ripresa delle ostilità in Yemen possa sfociare in una guerra su larga scala, destabilizzando ulteriormente la regione.

“Gli Houthi potrebbero avviare discussioni in cui offriranno concessioni per evitare un conflitto più ampio, nonostante i loro leader affermino di essere pronti alla guerra”, hanno dichiarato i vertici militari del legittimo governo del Paese. Da diverse fonti, inoltre, risulta che ai ribelli è stata fatta la proposta di “abbandonare le armi e di trasformarsi in un’entità politica ».

I ribelli filo-iraniani, che da 2014 sono in guerra con il governo dello Yemen riconosciuto a livello internazionale e controllano una porzione di territorio, compresa la capitale Sana’a, sono tornati al centro dell’attenzione internazionale dopo la loro decisione di attaccare le navi in transito nel Mar Rosso per esprimere solidarietà alla causa palestinese. Il presidente americano Donald Trump ha rinnovato la campagna di bombardamenti contro le postazioni dei terroristi. Nell’ultimo attacco, effettuato nella notte tra giovedì 17 e venerdì 18 agosto, è stato preso di mira l’impianto petrolifero di Ras Issa.

Secondo le dichiarazioni degli Houthi, l’attacco avrebbe causato 80 morti e 150 feriti. In risposta al raid, i ribelli hanno affermato di aver lanciato missili contro due portaerei Usa e una base israeliana e di aver abbattuto un drone statunitense MQ-9 Reaper.

Di Filippo Jacopo Carpani. (Il Giornale)

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