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Washington Post : in un documento segreto russo la strategia di Putin per indebolire Trump sull’Ucraina

(Roma, 13 marzo 2025). Il documento ottenuto dal quotidiano statunitense è stato attribuito a un centro studi vicino al Servizio per la sicurezza federale russo

La Russia dovrebbe adoperarsi per indebolire la posizione negoziale degli Stati Uniti sull’Ucraina alimentando le tensioni tra l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e altri Paesi, e protrarre il conflitto almeno sino al prossimo anno nel tentativo di giungere a uno smantellamento dello Stato ucraino. E’ quanto si legge in un documento ottenuto dal quotidiano statunitense “Washington Post”, attribuito a un centro studi vicino al Servizio per la sicurezza federale russo (Fsb) e intercettato, secondo il quotidiano, “dai servizi segreti di un Paese europeo”.

Il documento esprime un netto rifiuto dei piani preliminari del presidente Trump per un accordo di pace che ponga fine ai combattimenti in Ucraina entro 100 giorni, definendoli “impossibili da attuare”, e afferma che “una risoluzione pacifica della crisi ucraina non può avvenire prima del 2026”. Il documento respinge inoltre categoricamente qualsiasi piano per l’invio di forze di pace in Ucraina, come proposto da alcuni Stati europei, e insiste sul riconoscimento della sovranità russa sui territori ucraini occupati. Nel documento, il centro studi sollecita anzi un’ulteriore spartizione del territorio dell’Ucraina, attraverso la creazione di una zona cuscinetto nel nord-est del Paese, al confine con le regioni russe di Bryansk e Belgorod, nonché di una zona smilitarizzata nel sud del Paese, che dovrebbe estendersi sino alla regione di Odessa. Stando al documento, Mosca dovrebbe porre come condizione per la pace anche lo “smantellamento completo” del governo attualmente in carica in Ucraina.

L’accesso ai minerali russi

Il documento delinea anche misure tese a rafforzare la posizione negoziale di Mosca, “esasperando le tensioni tra gli Stati Uniti, la Cina e l’Unione Europea e proponendo agli Stati Uniti l’accesso ai minerali russi, compresi quelli presenti nei territori occupati in Ucraina, come la regione orientale del Donbass”, dove si sostiene vi siano riserve di terre rare. Come ricorda la “Washington Post”, il presidente russo Vladimir Putin ha delineato uno scenario assai simile nel corso di una intervista il 24 febbraio, affermando che Mosca potrebbe invitare aziende statunitensi a sviluppare giacimenti minerari russi, inclusi quelli nei territori occupati in Ucraina. Secondo il documento esaminato dalla “Washington Post”, gli sforzi della Russia dovrebbero concentrarsi anzitutto sulla normalizzazione delle relazioni tra Washington e Mosca, attraverso il ripristino del personale diplomatico completo presso le ambasciate di entrambi i Paesi e la nomina di Alexander Darchiev come ambasciatore russo negli Stati Uniti: proposte emerse pubblicamente dopo i colloqui tra funzionari russi e statunitensi a Istanbul il 27 febbraio, apparentemente incentrati proprio sulle operazioni delle rispettive missioni diplomatiche.

Secondo il documento attribuito al centro studi russo, un accordo per la pace in Ucraina non potrebbe prescindere dal riconoscimento ufficiale della sovranità russa sulle regioni ucraine occupate: in caso contrario, sarebbe “abbastanza probabile” una ripresa del conflitto armato nel medio termine, “ad esempio dopo il prossimo cambio di amministrazione negli Stati Uniti”. Il documento giudica inoltre come insufficienti ipotetiche concessioni da parte di Kiev come la rinuncia ad aderire alla Nato e lo svolgimento di elezioni politiche aperte a partiti filo-russi. “In realtà, l’attuale regime di Kiev non può essere cambiato dall’interno del Paese. È necessario il suo completo smantellamento”, si legge nel testo.

Il piano sui missili

Anche la presenza di contingenti di pace internazionali in Ucraina, specie se europei, viene giudicata “assolutamente inutile”, poiché qualsiasi contingente sarebbe soggetta a “una forte influenza occidentale”. I piani statunitensi di continuare ad armare l’Ucraina dopo un eventuale accordo di pace sono definiti “assolutamente inaccettabili”, così come il mantenimento dell’esercito ucraino al suo attuale livello di un milione di uomini. Il documento propone però che la Russia accetti di non schierare i suoi missili balistici a medio raggio Oreshnik in Bielorussia, al confine con l’Unione Europea, mentre in cambio gli Stati Uniti si impegnerebbero a non collocare nuovi sistemi missilistici sul continente. La Russia potrebbe inoltre proporre di interrompere la fornitura di armi ai Paesi considerati “ostili” agli Stati Uniti – una promessa che il documento stesso definisce però difficilmente attuabile – mentre in cambio Washington smetterebbe di armare l’Ucraina.

Un accademico russo vicino a fonti diplomatiche di alto livello ha riferito al “Washington Post” che le raccomandazioni contenute nel documento riflettono a grandi linee il consenso generale a Mosca, ma ha aggiunto che non è mai chiaro fino a che punto il Cremlino recepisca i contenuti di questo genere di documenti. Secondo il quotidiano statunitense, “mentre i membri più intransigenti della classe dirigente russa premono per proseguire la guerra e sfruttare l’attuale situazione per avanzare ulteriormente, altri gruppi premono per una risoluzione più rapida del conflitto e per giungere quantomeno a un cessate il fuoco. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha negato che il Cremlino sia a conoscenza di tale documento, definendolo “controverso”, e ha affermato che Mosca sta lavorando a “opzioni più equilibrate”.

(Nova News)

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