L'actualité du Proche et Moyen-Orient et Afrique du Nord

L’Iran risponderà alla lettera di Trump «dopo un’attenta valutazione»

(Roma, 13 marzo 2025). Il ministro degli Esteri Araghchi : «Teheran non avvierà colloqui diretti a meno che Washington non garantisca colloqui liberi da minacce»

L’Iran deciderà come rispondere alla missiva del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dopo un’attenta valutazione e revisione. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Ismail Baghei, citato dall’agenzia di stampa governativa “Irna”. “Questa lettera è stata ricevuta ieri sera ed è attualmente in fase di revisione. Dopo un’attenta valutazione, verrà presa una decisione su come rispondere”, ha affermato. L’8 marzo scorso, Trump ha annunciato di aver inviato una lettera alla guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei. Ieri, 12 marzo, Anwar Gargash, consigliere diplomatico del presidente degli Emirati Arabi Uniti, ha consegnato la lettera del presidente degli Stati Uniti durante un incontro con il ministro degli Esteri, Abbas Araghchi.

Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, non ha escluso colloqui con Washington, ma ha affermato che potranno aver luogo solo se entrambi i Paesi saranno in posizione di parità. Lo ha dichiarato il capo della diplomazia iraniana citato dall’agenzia di stampa “Mehr”. “Teheran non avvierà colloqui diretti con gli Stati Uniti a meno che Washington non garantisca colloqui liberi da minacce”, ha affermato Araghchi. Il capo della diplomazia iraniana ha ribadito la volontà di Teheran di negoziare secondo i principi di “onore, saggezza, convenienza”. Per quanto riguarda i colloqui con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Araghchi ha detto che è stata proposta una nuova idea per risolvere le divergenze. “I negoziati si stanno svolgendo indirettamente. È stato stabilito un canale con tre paesi europei. Stiamo collaborando con Grossi (il direttore generale dell’Aiea) e l’Aiea e c’è una nuova idea per risolvere i problemi su cui stiamo riflettendo”, ha affermato Araghchi.

Sul possibile riavvio del negoziato sul nucleare tra Iran e Stati Uniti ieri è intervenuto l’ayatollah Ali Khamenei, per il quale l’invito di Washington a negoziare è un inganno per l’opinione pubblica mondiale. Khamenei ha ribadito che i colloqui fra Teheran e Washington non farebbero che peggiorare la posizione dell’Iran. La guida suprema ha motivato il rifiuto a negoziare con Trump perché durante il primo mandato gli Stati Uniti sono usciti unilateralmente dall’accordo sul nucleare del 2015. “Nelle negoziazioni, bisogna essere sicuri che l’altra parte rispetterà i propri impegni. Quando sappiamo che non manterrà la parola data, che senso ha?”, ha affermato Khamenei. Inoltre, la guida suprema dell’Iran ha messo in guardia gli Stati Uniti dal prendere in considerazione misure militari contro il Paese. Khamenei ha sottolineato che “l’Iran non cerca la guerra, ma se gli americani e i loro complici facessero qualsiasi cosa, la rappresaglia sarebbe dura e definitiva”. Secondo la guida suprema iraniana, “a perderci sarebbero proprio gli Stati Uniti” perché Teheran “sarebbe in grado di infliggere un duro colpo all’aggressore e certamente lo farebbe”.

(Nova News)

Recevez notre newsletter et les alertes de Mena News


À lire sur le même thème