(Roma, 13 marzo 2025). Nonostante le tensioni, la fragile tregua su ostaggi e cessate il fuoco tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza tiene ancora. Gli Stati Uniti hanno avanzato una nuova proposta al fine di favorire una soluzione duratura al conflitto. Secondo quanto riportato da Axios, che cita fonti informate, l’iniziativa americana prevede un cessate il fuoco esteso fino a dopo il Ramadan e la Pasqua ebraica, che si concluderà il 20 aprile, accompagnato dalla ripresa degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.
La nuova proposta di Trump
Secondo la nuova proposta negoziale americana, Hamas dovrebbe rilasciare almeno cinque ostaggi vivi e i corpi di nove persone decedute nel primo giorno della tregua. Questo periodo di pausa, secondo Axios, sarebbe utilizzato da entrambe le parti per negoziare una tregua di lungo termine. Se un accordo fosse raggiunto, i restanti ostaggi verrebbero liberati l’ultimo giorno del cessate il fuoco, segnando il passaggio a una stabilizzazione più duratura. Israele, stando alle fonti, avrebbe già accolto positivamente la proposta, mentre si attende ora la risposta di Hamas, al quale i mediatori di Qatar ed Egitto hanno presentato il piano.
E Hamas apre al tycoon
Nel frattempo, il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha commentato favorevolmente le recenti dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump, che mercoledì ha negato l’intenzione di espellere i palestinesi da Gaza. Durante un incontro alla Casa Bianca con il Taoiseach irlandese Micheal Martin, Trump ha infatti smentito quanto aveva affermato il mese scorso: “Nessuno sta espellendo i palestinesi da Gaza”, ritrattando la controversa proposta di un mese fa, quando aveva suggerito uno spostamento permanente di oltre due milioni di palestinesi verso i Paesi vicini, sotto un controllo statunitense della Striscia.
Per Hamas, è un segnale positivo. “Se le parole del presidente Trump rappresentano un passo indietro dall’idea di spostare la popolazione di Gaza, le accogliamo con favore”, ha detto Qassem, chiedendo però che questa posizione sia supportata da un impegno concreto per far rispettare a Israele gli accordi sul cessate il fuoco.
Anche l’Egitto ha espresso apprezzamento per le dichiarazioni di Trump. In una nota del ministero degli Esteri egiziano diffusa giovedì, Il Cairo afferma: “Questa posizione riflette la necessità di evitare un ulteriore deterioramento della situazione umanitaria a Gaza e l’importanza di trovare soluzioni giuste e sostenibili per la questione palestinese”.
I colloqui a Doha
Sul piano diplomatico, la proposta Usa arriva dopo un incontro a Doha tra i ministri degli Esteri di Qatar, Giordania, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e il segretario generale dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina con l’inviato Usa per il Medio Oriente, Steve Witkoff. Al centro dei colloqui, il piano di ricostruzione per Gaza approvato il 4 marzo al vertice della Lega Araba al Cairo. Secondo il Ministero degli Esteri qatarino, i ministri hanno concordato di proseguire il coordinamento con gli Stati Uniti per dare il via alla ricostruzione del territorio devastato dalla guerra.
Sabato scorso, l’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC), che riunisce 57 Paesi, ha formalmente adottato il piano della Lega Araba durante una riunione d’emergenza in Arabia Saudita. L’iniziativa, guidata dall’Egitto, punta a ricostruire Gaza sotto l’amministrazione dell’Autorità Palestinese, come risposta alla minaccia di Trump di annettere e svuotare il territorio. La comunità internazionale sembra ora convergere verso un obiettivo comune: stabilizzare la regione e scongiurare ulteriori crisi umanitarie.
Resta da vedere se Hamas accetterà la proposta americana e se il fragile equilibrio della tregua reggerà alle pressioni di entrambe le parti. Intanto, il tempo scorre verso il 20 aprile, data che potrebbe segnare un punto di svolta per Gaza.
Di Roberto Vivaldelli. (Inside Over)