(Roma, 22 febbraio 2025). Per i russi “non importa sotto quale maschera“, se dei soldati europei “appariranno” in Ucraina sarà solo un passo verso l’escalation. Lo ha dichiarato il vice ministro degli Esteri russo Aleksander Grushko, facendo riferimento all’ipotesi di inviare peacekeeper europei per garantire il rispetto di una possibile tregue. Per il ministro e mediatore Sergej Lavrov, che si è limitato a una sola parola ripresa da Interfax, ha definito la presenza dei peacekeeper europei “inaccettabile”.
Secondo l’alto diplomatico russo, che ha usato parole come “apparizione“, quasi volesse alludere alla volontà della NATO di svelare una presenza in appoggio a Kiev con la scusa della pace, obiettivo dei negoziati, non ci sarebbe stata “nessuna indicazione” di una svolta nelle relazioni tra Mosca e i Paesi europei. Grushko ha inoltre considerato “sbalorditivo” che i leader del Vecchio continente chiedessero un posto al tavolo dei colloqui tra Stati Uniti e Russia sotto l’egida dell’Arabia Saudita. Come se gli Stati europei dell’Alleanza Atlantica non avessero svolto, in questi 3 anni di conflitto un ruolo fondamentale per sostenere Kiev e riequilibrare le forze con l’aggressore russo che ora sembra essere stato riabilitato dalla Casa Bianca.
Nei giorni scorsi, il primo ministro del Regno Unito, Sir Keir Starmer, aveva chiesto all’Europa di “farsi avanti e inviare truppe in Ucraina” per essere parte di qualsiasi accordo di pace che, nelle seconde fasi dei negoziati, dovrà necessariamente comprendere il Governo ucraino e dei rappresentanti europei, asserendo che il Governo di Londra è pronto a mettere i soldati britannici “in pericolo” per far rispettare una tregua. Una considerazione che preoccupa, se associata a quanto viene ripetuto continuamente dagli ucraini: ossia che i russi non sono inclini a rispettare gli accordi.
La Germania si sfila
La Germania del cancelliere Olaf Scholz, che ha etichettato l’idea di inviare peacekeeper come “completamente prematura” e “altamente inappropriata“, ha già respinto l’idea dei britannici. Accusati fino dall’inizio del conflitto di aver partecipato con unità ombra schierate a fianco di Kiev, almeno a livello d’intelligence, ma anche con forze speciali, e di mostrare troppo interesse nell’appoggio incondizionato all’Ucraina nella sua strenua difesa contro la Russia.
Nel 2024, ma anche in precedenza, l’FSB, il servizio segreto russo, accusò gli inglesi di aver usato in territorio ucraino membri dell’SBS, lo Special Boat Service, un’unità d’incursori d’élite che fa parte della Royal Navy ed è esperta in azioni di sabotaggio e guerriglia. Sempre nello stesso anno si era parlato del ruolo svolto dal SIS, il servizio segreto inglese che ha collaborato con la CIA per formare lo spionaggio ucraino. Nel 2022 un possibile coinvolgimento di operatori dello Special Air Service, altra unità d’élite britannica, era stato considerato plausibile da molti analisti.
La presenza di un contingente internazionale come garante della tregua in Ucraina, dove operano molte brigate paramilitari russe e ucraine, oltre ai contractors, potrebbe rappresentare un rischio in caso di incidenti e scontri a fuoco. Il primo ministro inglese ha comunque insistito sul fatto che una forza di pace europea in Ucraina sarebbe realizzabile solo con la volontà e il sostegno di Washington, che finora si è rifiutata di sostenere, e che sembra avere altri piani per la fine o il semplice “congelamento” del conflitto che continua a mietere vittime sul fronte europeo della NATO.
Di Davide Bartoccini. (Inside Over)