(Roma, 14 febbraio 2025). L’auto su cui viaggiava il vicecomandante della forza Onu è stata data alle fiamme. Interviene l’esercito libanese
Il generale nepalese Chok Bahadur Dhakal, vicecomandante uscente delle forze di interposizione Unifil di stanza in Libano, è rimasto ferito oggi nei pressi dell’aeroporto Rafiq Hariri di Beirut dopo che un gruppo di civili, sostenitori di Hezbollah, ha attaccato il convoglio che stava portando alcuni caschi blu allo scalo. Il mezzo su cui viaggiava il generale è stato dato alle fiamme.
Il comando delle forze Onu ha confermato l’episodio denunciando in una nota “l’attacco oltraggioso ai caschi blu che sono impegnati nel ripristinare la sicurezza e la stabilità nel sud del Libano durante un periodo difficile ». « Gli attacchi ai caschi blu – prosegue il comunicato – sono violazioni flagranti del diritto internazionale e possono costituire crimini di guerra. Chiediamo un’indagine completa e immediata da parte delle autorità libanesi e che tutti i responsabili siano portati davanti alla giustizia ».
Secondo fonti informate sentite dall’Ansa, non ci sono militari italiani coinvolti nell’attacco.
L’attacco è avvenuto al termine del secondo giorno di proteste, organizzate dalla milizia sciita, contro il divieto di atterraggio di alcuni voli provenienti dall’Iran. Prima dell’attacco al mezzo del generale nepalese, gli uomini di Hezbollah avevano bloccato la strada che conduce allo scalo internazionale. L’esercito libanese è intervenuto sul posto, e in un comunicato ha annunciato che « agirà con la forza per fermare i rivoltosi ».
Proprio oggi il Libano ha commemorato il ventesimo anniversario dell’assassinio dell’ex primo ministro Hariri, ucciso ca un camion-bomba nel 2005. Per quella strage (assieme a Hariri morirono altre 21 persone), nel 2022 sono stati condannati all’ergastolo in contumacia due membri di Hezbollah.