(Roma, 11 febbraio 2025). In un messaggio pubblicato su X il premier israeliano abbraccia la linea Trump
Israele e Stati Uniti mantengono alti i toni e, davanti all’accordo di cessate il fuoco a Gaza che vacilla, hanno ribadito ad Hamas la scadenza di sabato per il rilascio degli ostaggi, altrimenti riprenderà la guerra nella Striscia.
« Abbiamo accolto con favore la richiesta del presidente Trump che i nostri ostaggi siano liberati entro sabato a mezzogiorno così come la visione rivoluzionaria del presidente per il futuro di Gaza », ha sottolineato il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un messaggio su X, al termine di una riunione del gabinetto di sicurezza israeliano durata oltre quattro ore.
« All’unanimità », il governo israeliano ha deciso che « se Hamas non restituirà gli ostaggi entro sabato a mezzogiorno, il cessate il fuoco terminerà e l’Idf riprenderà a combattere intensamente finchè Hamas non sarà definitivamente sconfitto », ha aggiunto Netanyahu. Il premier tuttavia non ha specificato a quanti ostaggi si riferisse, se i tre previsti sabato, i nove ancora in vita inclusi nella prima fase dell’accordo o addirittura la restituzione di tutti i 76 rapiti ancora a Gaza, molti dei quali ormai morti. Secondo una fonte citata dalla stampa israeliana, l’esecutivo si appoggia all’ultimatum di Trump e resta in attesa di vedere come reagirà Hamas.
Intanto, l’Idf ha fatto sapere che sta rafforzando ulteriormente il dispiegamento di truppe nella zona di Gaza, richiamando anche « riservisti », « in preparazione di vari scenari », e sta approvando i piani di battaglia nel caso in cui la tregua dovesse fallire. Al premier israeliano ha risposto Mahmud Mardawi, esponente dell’ufficio politico di Hamas, secondo il quale « Netanyahu deve attuare l’accordo parola per parola. Questo garantirà che tutto proceda senza intoppi e senza ritardi, e porterà al rilascio dei prigionieri da entrambe le parti ». Dal Forum dei familiari degli ostaggi è arrivato un appello al capo di governo a « non tornare indietro ».
« Non possiamo permettere che gli ostaggi deperiscano in cattività. Come abbiamo visto tutti sabato scorso, il tempo stringe per loro. Gli sconvolgenti eventi degli ultimi giorni dimostrano la necessità di accelerare i tempi, completare immediatamente tutti i negoziati e riportare indietro ogni singolo ostaggio con la massima urgenza », ha dichiarato.
E mentre i familiari dei rapiti si sono fatti sentire per tutta la giornata, manifestando alla Knesset e per le strade di Tel Aviv chiedendo di andare avanti con l’accordo e non abbandonare i loro cari nella Striscia, l’estrema destra ha aumentato le pressioni per tornare a combattere. Il ministro delle Finanze e leader di Sionismo religioso Bezalel Smotrich ha esortato Netanyahu a « informare Hamas in modo inequivocabile: o tutti gli ostaggi vengono rilasciati entro sabato – niente piu’ fasi, niente piu’ giochi – o apriamo loro le porte dell’inferno ».
« E questo significa niente elettricità, niente acqua, niente carburante, niente aiuti umanitari. Occupazione completa della Striscia di Gaza ed espulsione di tutti i gazawi dalla Striscia di Gaza in linea con il piano del presidente Trump », ha aggiunto. Da Washington si è fatto sentire lo stesso Trump che, accogliendo alla Casa Bianca il re giordano Abdallah II, ha risposto ai giornalisti ribadendo la scadenza di sabato. Hamas sta « facendo un gioco pericoloso » ma « penso che funzionerà », ha aggiunto. Quanto ai rapporti con Egitto e Giordania, che si sono duramente opposti al piano Usa di acquisizione della Striscia e sfollamento forzato dei palestinesi da Gaza, Trump ha sottolineato che « per ora è prematuro dire cosa potrà succedere ».
« Le mie richieste per il momento sono molto limitate, salvare 2mila bambini della Striscia di Gaza », ha aggiunto, facendo riferimento alla proposta di Abdallah che si è detto disposto a portarli in Giordania per farli curare. E sull’avvertimento lanciato nei giorni scorsi di tagliare i fondi al Cairo e ad Amman, il capo della Casa Bianca ha smussato le parole, assicurando: « Faremo qualcosa, ma non c’è bisogno di minacciare nessuno ». « Alla fine avrete la pace in Medio Oriente », ha affermato, ribadendo il piano di sviluppo per la Striscia che verrà « gestita molto bene ». Da parte sua, il monarca ha aperto una linea di credito nei confronti del presidente Usa: « Con tutte le sfide che abbiamo in Medio Oriente, vedo qualcuno che può finalmente condurci al traguardo per portare stabilità, pace e prosperità a tutti noi nella regione. è nostra responsabilità collettiva in Medio Oriente lavorare con lui e sostenerlo e raggiungere questi obiettivi elevati ».
Tuttavia, di fronte al piano Usa su Gaza, il re giordano ha esortato a « non correre troppo ». « Aspettiamo che gli egiziani presentino il loro piano » su Gaza, ha aggiunto. Trump si è detto sicuro al « 99% » che troverà un accordo con il Cairo sull’accoglienza dei palestinesi di Gaza. « Vivranno magnificamente in un posto diverso », ha assicurato. A questo proposito, fonti diplomatiche del Cairo rilanciate dal quotidiano qatarino Al Araby al-Jadeed hanno sostenuto che l’incontro programmato tra il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e Trump è stato sospeso a tempo indeterminato nel mezzo della peggiore crisi nelle relazioni tra Stati Uniti ed Egitto degli ultimi tre decenni.