(Roma, 11 febbraio 2025). Netanyahu, avrebbe chiesto al presidente statunitense Trump di sostenere un’ulteriore estensione del dispiegamento delle Forze di difesa israeliane
La data di scadenza dell’accordo di cessate il fuoco tra il movimento sciita Hezbollah e Israele si avvicina ed entro il 18 febbraio Tel Aviv dovrebbe ritirarsi dalle postazioni occupate nel sud del Libano. Tale condizione era già fissata per il 26 gennaio, ma Israele ha chiesto una proroga dell’accordo. Secondo l’emittente israeliana “Channel 12”, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, avrebbe chiesto al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di sostenere un’ulteriore estensione del dispiegamento delle Forze di difesa israeliane (Idf). Lo Stato ebraico starebbe cercando di mantenere una presenza delle Idf in cinque punti chiave di confine per consentire il mantenimento di una zona cuscinetto. La richiesta di mantenere una presenza nel Libano meridionale deriverebbe dal fatto che l’esercito libanese non ha preso il controllo di tutto il sud del Paese, come previsto nell’accordo di cessate il fuoco del 27 novembre 2024, dando modo a Hezbollah di riorganizzarsi, secondo Tel Aviv.
Recentemente unità militari dell’esercito libanese si sono schierate nelle città di Rab Thalatheen, Bani Hayyan e Taloussa-Marjeyoun nel settore orientale, in coordinamento con il comitato di monitoraggio del cessate il fuoco in Libano. “L’esercito continua inoltre a coordinarsi strettamente con la Forza di interposizione delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) per quanto riguarda la situazione nelle zone di confine, nel quadro della risoluzione (del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite) 1701”, ha fatto sapere l’esercito sul suo profilo X.
Da parte libanese, diversi esponenti politici hanno espresso il timore che Israele non completerà il ritiro nei termini previsti. “Se Israele continua a occupare alcune delle colline sotto il nostro controllo, significa che l’occupazione delle colline continua e che nulla è cambiato, cosa che non possiamo accettare”, ha dichiarato Nabih Berri, presidente del Parlamento e capo del partito sciita Amal, alleato di Hezbollah, al quotidiano libanese “Al Joumhouria”. Anche il nuovo governo del primo ministro Nawaf Salam ha ribadito la necessità che Israele si ritiri dal territorio libanese occupato, mentre il nuovo ministro dell’Informazione, Paul Morcos, ha aggiunto che il nuovo esecutivo intende “ripristinare i rapporti con i paesi della regione come erano prima”.
Secondo le autorità libanesi, Israele ha commesso circa 870 violazioni dell’accordo, tra cui attacchi che hanno causato morti e feriti. In particolare il 26 gennaio, giorno inizialmente previsto per l’evacuazione delle truppe israeliane, le Idf hanno aperto il fuoco contro i residenti del sud mentre tentavano di fare ritorno alle proprie case, uccidendo almeno 24 persone. Inoltre, le Idf stanno continuando a condurre attacchi nel sud e nella valle della Beqaa, a est, contro presunte postazioni di Hezbollah.