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Libano : 22 morti e 124 feriti. Centinaia di abitanti cercano di tornare nel sud nonostante il monito dell’esercito e di UNIFIL

(Roma, Parigi, 26 gennaio 2025). L’ufficio di Benyamin Netanyahu ha fatto sapere che l’esercito rimarrà oltre la data stabilita nell’accordo di tregua

Giornata di sangue al confine Sud del Libano nonostante l’accordo di tregua tra Israele e Hezbollah. Il ritiro delle forze armate israeliane dal Paese vicino sarebbe dovuto concludersi oggi ma come annunciato nelle scorse ore dall’ufficio del premier Benyamin Netanyahu, proseguirà oltre la scadenza odierna stabilita dall’accordo raggiunto a fine novembre.

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Sul posto la situazione è degenerata quando, nonostante la presenza dell’esercito israeliano, centinaia di abitanti del Libano meridionale hanno cercato di fare ritorno nei loro villaggi. I soldati israeliani hanno sparato nella loro direzione: il bilancio sarebbe di almeno 22 morti e 124 feriti, secondo il ministero della Sanità libanese.

Secondo il ministero, «gli attacchi del nemico israeliano contro i cittadini che cercavano di tornare nei loro villaggi ancora sotto occupazione hanno provocato 22 morti, tra cui sei donne e un soldato, e 124 feriti» in 19 diverse località. In un bilancio precedente il ministero aveva segnalato 15 uccisi.

Secondo il ministero, gli incidenti si sono verificati a Houla e a Kfar-Kila. I corrispondenti dalla stampa hanno constatato il passaggio di convogli composti da decine di auto, che sventolavano bandiere gialle dell’Hezbollah libanese, diretti verso diversi villaggi.

Le Forze armate libanesi hanno dal canto loro affermato poi che un soldato è stato ucciso dall’esercito israeliano sulla strada Marwahin-Dhayra-Tiro, mentre un altro è rimasto ferito nella città di Maïs al-Jabal.

Le Forze di difesa israeliane avevano avvertito i civili libanesi nel fine settimana di non avvicinarsi alle aree in cui sono ancora schierate le truppe.

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L’esercito israeliano ha confermato di aver aperto il fuoco nel Libano meridionale questa mattina. Secondo l’IDF, sono stati sparati colpi di avvertimento e aperto il fuoco per «allontanare le minacce» in diverse aree in cui «sospettati si sono avvicinati alle forze».

«Tsahal rimane schierato nel Libano meridionale, continua a operare in conformità con gli accordi di cessate il fuoco tra Israele e Libano e sta monitorando i tentativi di Hezbollah di tornare nel Libano meridionale. Tsahal opererà contro qualsiasi minaccia posta alle truppe e allo Stato di Israele», aggiunge l’esercito senza menzionare i soldati libanesi.

L’IDF avrebbe dovuto completare oggi il ritiro dal sud del paese sulla base dell’accordo di cessate il fuoco per porre fine alla guerra con il movimento filo-iraniano Hezbollah, ma la scadenza è stata posticipata venerdì.

«Hezbollah sta incitando gli sfollati civili alla rivolta, sta inviando provocatori nel sud del Libano, mentre l’esercito libanese non è riuscito a ‘ripulire’ la zona dalla minaccia terroristica. È quello che temevamo», hanno riferito funzionari israeliani a «Ynet».

Per l’ONU «non ci sono ancora le condizioni» per un rientro in sicurezza dei civili libanesi nel sud del paese.

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