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Medio Oriente : Gaza in festa dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco

(Roma, 19 gennaio 2025). La vita nella Striscia di Gaza sta lentamente tornando alla normalità dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco concordato tra Israele e Hamas. Scene di celebrazione si sono svolte in diverse aree, con migliaia di persone che si sono radunate nelle piazze e nei mercati per festeggiare quella che molti definiscono un “momento storico” dopo 15 mesi di devastante conflitto. Al centro di Gaza City, in Piazza Al Saraya, migliaia di palestinesi hanno accolto con gioia la liberazione dei primi ostaggi e l’arrivo degli aiuti umanitari. “Dopo mesi di guerra che ha distrutto tutto, questo è un momento storico. La felicità si respira ovunque”, ha raccontato Ibrahim Khalili, corrispondente dell’emittente televisiva qatariota « Al Jazeera ».

Il cessate il fuoco, entrato in vigore alle 11:15 locali, ha consentito l’ingresso di convogli umanitari attraverso il valico di Rafah. Decine di camion carichi di aiuti hanno iniziato a raggiungere le aree più colpite, mentre le autorità locali lavorano per ripristinare la normalità. “Abbiamo dispiegato migliaia di agenti di polizia per garantire sicurezza e ordine pubblico,” ha dichiarato Ismail al Thawabta, direttore generale dell’Ufficio Media del Governo a Gaza. Le strade stanno tornando a popolarsi, con mercati e negozi che riprendono le attività. Gli agenti municipali sono impegnati nella rimozione delle macerie per rendere le principali arterie nuovamente percorribili.

L’accordo, mediato da Qatar, Egitto e Stati Uniti, prevede una serie di passaggi graduali, tra cui il rilascio di ostaggi e prigionieri, il ritiro parziale delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza e un significativo aumento degli aiuti umanitari. Israele ha già iniziato il ritiro delle sue forze dalle aree attorno alla città meridionale di Rafah, dirigendosi verso il corridoio Filadelfia, lungo il confine con l’Egitto. Questo è il primo passo di un processo che dovrebbe portare a ulteriori ritiri dalle aree urbane nel territorio. Parallelamente, iniziano le operazioni di rilascio degli ostaggi israeliani e dei detenuti palestinesi, con una cronologia precisa che scandirà i prossimi due mesi.

Oggi, primo giorno dell’accordo, sono stati liberati tre ostaggi israeliani, mentre circa 95 detenuti palestinesi sono stati rilasciati dalle prigioni israeliane. La prossima tappa è prevista per domenica 26 gennaio, quando altri quattro ostaggi e altri detenuti palestinesi verranno liberati. Questo schema di scambi continuerà con cadenza settimanale, portando gradualmente alla liberazione di 33 ostaggi israeliani e 737 prigionieri palestinesi entro i primi 42 giorni. Tra gli aspetti più significativi dell’accordo c’è anche il ritiro progressivo delle truppe israeliane. Il 2 febbraio è previsto un ulteriore ritiro dal corridoio di Netzarim, un’area strategica che separa Gaza City dal resto della Striscia. A partire dal 10 febbraio, inoltre, sarà consentito ai palestinesi l’accesso al nord della Striscia tramite la strada Salah al Din, che collega diverse aree di Gaza.

L’intesa prevede anche una seconda fase, che dovrebbe iniziare a marzo, qualora le condizioni stabilite nella prima fase siano rispettate. Questa includerà la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani ancora vivi, principalmente soldati maschi, in cambio di ulteriori detenuti palestinesi. Inoltre, Israele si impegnerà a completare il ritiro dal corridoio Filadelfia, una mossa che segnerebbe un cambiamento significativo nella dinamica del conflitto. La terza fase dell’accordo, i cui dettagli restano ancora vaghi, potrebbe prevedere la consegna dei resti degli ostaggi deceduti e l’avvio di un piano di ricostruzione della Striscia di Gaza sotto supervisione internazionale e il possibile dispiegamento di una forza di pace, con una durata prevista tra i tre e i cinque anni.

Almeno 46.913 persone sono morte e 110.750 sono rimaste ferite dall’inizio delle operazioni delle Forze di difesa israeliane (Idf) nella Striscia di Gaza, avviate il 7 ottobre 2023 in risposta all’attacco del movimento islamista palestinese Hamas contro lo Stato ebraico. Lo ha riferito il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, aggiungendo che 25 palestinesi sono stati uccisi e altri 14 feriti nelle ultime 24 ore. Il bilancio complessivo, che non può essere verificato in modo indipendente, include sia civili che miliziani. Secondo l’emittente televisiva “Al Jazeera”, la maggior parte dei morti sono bambini, donne e anziani. Si presume che il bilancio delle vittime sia molto più alto, con una stima di 10.000 corpi sepolti tra i vasti detriti di cemento in tutta la Striscia.

(Agenzia Nova)

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